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| L'amore in maschera, Napoli, Per Domenico Langiano, 1748 |
| a cura di Paologiovanni Maione |
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| L’AMORE IN MASCHERA |
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| Commedia per Musica di Antonio Palomba. Da rappresentarsi nel Teatro de’ Fiorentini nel Carnevale di quest’anno 1748. Dedicato a Sua Eccellenza il Signor D. Luiggi Antonio Fernandez, di Cordova Spinola, e della Cerda, Duca di Medina C?li, Feria Segorve, Cardona, Alcalà, e Camigna. Marchese di Priego, Cogogliudo, ed Aytona, Denià, Alcalà, Comares, Tarifa, Pagliares, Villa Regale, Montalvan, e di Vill’alva. Conte di S. Gadea, Buon giorno, delli Molari, Ampurie, Prate, Ossona, Alcoutin, Valenza, e Valladares. Vice Conte di Villamur, Caprera, Vas, ed Ylla. Signore delle Città di Montiglia, Solzona, e Lucena: delle Baronie di Benaguazil, Popolà, di Balbona, Oriola, Juneda, Antensa, Serra, Soneja, Azuebar, Ria, Conca d’Odena, Valle di Uzo, e della Gliaccuna, Lagostera, Pinòs, Macchiapiana, Bagà, Micalcampo, Peralta dela sal, Chiva, Callosa, Tarvena, Veniarjò, Palma, e Ador. Signore della Regale Casa di Castro, e quattro Castelli, e delle sette Ville di Chan, Couse, Fiame di Oregliano, Ragnadi, Almeida, Onori, e Sogrofo, e delle Ville di Valle d’avero, e Valle d’averuello, Gran Seniscalco delli Regni d’Aragona, e Maestro Razionale del Principato di Catalugna; Anteposto Maggiore di Castiglia, Anteposto, e Notaro Maggiore d’Andaluzia; Alguzino Maggiore, della Città di Seviglia, e del suo Confine; Castellano della Regale Casa di Campo, e Sole di Madrid; del Regale Palazzo, e Scuderie Cavallerizze di quella Corte; delli Regali Alcazari, Palazzo, e Riva della Città di Vagliadolid; del Castello, e fortezza di quella di Burgos; e della Regale Casa della Monetta di detta Città. Scrivano Maggiore delli Nobili del Regale Consiglio di Vagliadolid, Unico perpetuo Patrone delle celibri Chiese Collegiali di Medina C?li, Cardona, e Zafra. Patrone delle Cathedre di Prima, e di Vespro di Teologia del Collegio di S. Tomaso della Città di Alcalà di Aenares; di quelle di prima, è vespro di Salamanca, e della di prima di Vagliadolid. Cavaliere del Real ordine di S. Gennaro, e di S. Giacomo. Gentil’Uomo di Camera di S.M. Cattolica, e Capitano della sua Regale Compagnia di Guardie Alabardieri. |
| IN NAPOLI 1748. Per Domenico Langiano. |
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| ECCELLENTISS. SIGN. |
| Tutto ripieno d’un umile rispettoso ossequio, niente, non pertanto, scompagnato da una ardimentosa sicuranza, a piè dell’E.V. mi presento. Il primo viene in me cagionato dal sublime fulgidissimo merito, che distintamente risiede nell’E.V., dotata di tanti bei pregi, de’ quali, e della vostra antica nobilissima Prosapia, non solo nel Cielo Ibero, e nella nostra Italia, ma ne i più remoti confini dell’Universo ne risuona gloriosamente la Fama; L’altra vien risvegliata dalla nobile, Generosa, natural benignità, che nel Vostro Grand’Animo, tra la serie d’infinite altre virtù, fastosamente pompeggia. Mio pensiero non è, Eccellentissimo Signore, nel presentarvi questa piacevol melica Rappresentazione, che nel mio Teatro ne’ presenti festivi giorni comparir deve, a voi farne un dono, mentre altro di buono in lei non ravvisando, che solamente la felice insperata sorte di portare in fronte il glorioso vostro Nome, nell’offrirvela, in vece di dare, vengo a ricevere non mai più da me meritati onori, nell’acquisto di una potente e volevole protezzione. Mio pensiero è bensì di conseguir con tal mezzo l’ardente mio desiderio, qual’è d’essere annoverato tra i vostri più infimi servi, e per tale farmi da tutti conoscere. Quindi, se (tale qual’ella siasi) ne mostrarete, come spero, qualche generosa compiacenza, sarà quanto io sappia desiderare; non tanto perché del vostro altissimo discernimento meritevole la stimi, quanto per mia gloria, in poter mostrare a chicchesia, che non vi fu discara la viltà dell’offerta. Mentre, pregandovi ad onorarne colla vostra Eccellentissima Presenza, la rappresentazione, come altresì a mantenermi nel carattere ambito di vostro servitore, colla più viva, sincera, ossequiosa venerazione mi sottoscrivo. |
| Di V.E. |
| Umiliss. dev., ed oblig. serv. ossequ. |
| Not. Pietro Trinchera Impresario. |
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| PERSONAGGI |
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| ROSAURA Donzella altiera, e d’idea nobile amante di Ortensio, figlia di Giangrazio nata in Roma dal primo matrimonio. |
| La Sig. Francesca Mucci. |
| ORTENSIO Amante di Barbara. |
| La Sig. Francesca Ciocci. |
| CARLOTTA Finta cameriera in casa di Giangrazio amante di Fiorlindo. |
| La Sig. Agata Colizzi. |
| FIORLINDO Giovine affettato amante di Barbara. |
| La Sig. Nicoletta di Gennaro. |
| BARBARA Figlia di Giangrazio del secondo matrimonio amante di Ortensio, nata, ed allevata a Napoli. |
| La Sig. Anna Maria di Gennaro. |
| GIANGRAZIO Vecchio sciocco Napoletano Padre di Rosaura, e di Barbara. |
| Il Sig. Onofrio d’Aquino. |
| D. SCIPIONE Forastiero sciocco amante di Barbara. |
| Il Sig. Francesco Carattoli. |
| PEPPINO Paggio insolente Napoletano. |
| La Sig. Marianna Monti. |
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| La Scena è un Casino di delizie di Giangrazio, vicino Napoli, la di cui veduta principale è un Cortile magnifico, dal quale per due porte Laterali si ascende ad appartamenti superiori, e da tutte due dette porte si hà l’uscita in alcune Logge deliziose con Giardino in prospetto. |
| La Musica è del Signor D. Nicolò Jommelli Maestro di Cappella Napoletano Academico Filarmonico di Bologna. |
| Inventore, e Dipintore della Scena. |
| Il Signor Paolo Saracino Napoletano. |
| Inventore, e Sartore degli Abiti. |
| Il Signor Giulio Cesare Banci, Romano. |
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