Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 L'errore amoroso, Napoli, a spese di Nicola di Biase, 1737
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO II
 
 SCENA PRIMA
 
 VALERIO, e CICCIO.
 
 VALERIO
 Io non sò chi mi tien, bestia balorda,
 Che non ti faccia or ora
 Porre tra ceppi.
 CICCIO
                                E ch’aggio fatto?
 VALERIO
                                                                Indegno,
535Tu sei stato cagion d’ogni mio danno,
 Dire tante bugie, tante menzogne
 Avanti la mia Dea?
 CICCIO
 Llostrissemo scusate: mme credea,
 Ca chella era vajassa,
540E ppecché ve facea chillo sbaratto,
 Io pe ddespietto disse chillo fatto.
 VALERIO
 Che serva? ella è padrona, ell’è mia sposa.
 Va, corri, vola, trovala,, e procura
 Di quì portarla, digli in questo modo:
545Fiammetta, il tuo Valerio
 Muore, se tu non viene, e lo conzoli.
 CICCIO
 E si chella se vota:
 Sfratta da ccà, non rompermi la testa,
 S’egli muore, salute a cchi nce resta; (controfacendo Fiammetta.)
 VALERIO
550Tu subito rispondi:
 Non esser sì crudel con chi ti adora.
 CICCIO
 E n’è schiattato ancora. (contrafacendo come sopra.)
 VALERIO
 Sarai tanto ostinata a prieghi miei!
 CICCIO
 E che m’importa à mme de luje, e leje. (come sopra.)
 VALERIO
555Senti.
 CICCIO
               Son cieca.
 VALERIO
                                    Vedi.
 CICCIO
                                                 So’ nzorduta.
 VALERIO
 Andiamo.
 CICCIO
                      Ah Padron mio,
 Non ti addoni, ca m’ai inzallanuta.
 VALERIO
 Tu venirai per forza.
 CICCIO
 Lasciami olà, o ch’io ti piglio a mmorza. (Valerio mostra volerlo portare con sé fingendo come Ciccio fosse Fiammetta, e Ciccio coll’istessa finzione lo morde.)
 VALERIO
560Oh oh, che diavol fai?
 CICCIO
 Comme farria Sciammetta, io ve mostraje.
 VALERIO
 Non più ciancie, va pure,
 Usa prieghi, e lusinghe:
 E conducila à me.
 CICCIO
                                   Gnorsì mo’ volo;
565Ma nquanto alo pregare
 È nnegozio scomputo, ca la femmena
 Quanno è pregata, tanno assaje cchiù ntosta,
 Comm’a lluovo a lo ffuoco, e non se sposta.
 
    È na fegliola bella
570Comm’à no polletriello:
 Cchiù cche s’alliscia, e pprega,
 Cchiù sbruffa, e ngarzepella.
 Nce vonno li mmazzate,
 Si cuccio la vuoje fà.
575   Quanto cchiù bede chiagnere
 Qua nniro ncappatiello,
 Tanto cchiù ntosta, e nnega;
 Cchiù ffragnere lo fà.
 Co strille, e ngioreate
580Sulo se pò addomà.
 
 SCENA II
 
 MARIO, IRENE, LELIO da diverse parti, e VALERIO.
 
 MARIO
 Dove ti trovarò, dolce ben mio?
 Qual rea funesta stella a me t’invola!
 IRENE
 Ah destino crudele!
 Così dunque si tratta un cor fedele?
 LELIO
585Olimpia ingiuriarmi? ma... (Si avvede d’Irene, e costei si avvede di Lelio s’intimorisce, e mentre vuol fuggire s’incontra con Mario.)
 IRENE
                                                      Oddio!
 Il mio German, fuggo di quì.
 LELIO
                                                       Ti arresta. (ad Irene.)
 MARIO
 Dove, dove ti porti, Idolo mio?
 È quì il tuo Mario.
 VALERIO
                                     Ed anco è quì Valerio:
 Questi è tuo sposo, il tuo
590German consente al vostro matrimonio,
 Ed io ne son mezzano, e testimonio.
 LELIO
 Egli è così.
 MARIO
                       Irene mia, stà lieta,
 E porgimi la destra amico pegno
 Di fedeltà, e di amore.
595Sì, mia sposa.
 IRENE
                             Ti scosta, traditore.
 MARIO
 Come?
 IRENE
                 E que’ finti accenti
 Serba à ingannar questa Donzella, iniquo. (addita la casa di Olimpia.)
 Partecipa a costei
 Le tue mancanze, e li tormenti miei.
 LELIO
600(Oimè d’Olimpia è Mario amante!)
 VALERIO
                                                                   Come
 Và cotesto negozio? (a Mario.)
 MARIO
                                       Egli m’è ignoto. (a Valerio.)
 Irene mia t’inganni.
 IRENE
 Non più bugie, l’istessa,
 Cui promettesti fede,
605A me lo disse.
 LELIO
                             O scelerato.
 VALERIO
                                                     O indegno.
 MARIO
 Volgiti a me... (ad Irene.)
 IRENE
                              Qual mostro
 D’infedeltade, io ti rifiuto, e sdegno.
 
    S’io ti mirassi in volto,
 Forse mi placarei,
610Ed ogni tuo delitto
 Lo crederei virtù.
    Qualor da lacci sciolto
 Liber l’uccello và,
 Più a quelli non si volge,
615Non fà ingannarsi più.
 
 SCENA III
 
 VALERIO, MARIO, e LELIO.
 
 MARIO
 Lelio, tu stai sospeso? credi forse
 Ancor tu li supposti mancamenti
 In me; ma saper dei...
 LELIO
 Taci, pur troppo intesi
620I tradimenti tuoi, gli opprobrj miei.
 Discolpe non ammetto. E sol ti dico,
 Che doppiamente da te offeso, voglio:
 O che tu sposi Irene, o pur vendetta.
 Pensa, e risolvi: in breve
625Il mio amor, l’onor mio ciò da te aspetta.
 VALERIO
 Questi son, Mario, li costumi egregi
 Di buon Soldato?
 MARIO
                                   Io dico...
 VALERIO
                                                     Che vuol dire?
 Ti pajon cose queste da sentire?
 
    Come, come? si dirà
630Ch’un Soldato Uffiziale
 Sotto fé di matrimonio
 Hà ingannato una donzella?
 Cospettone del Demonio!
 Questa cosa non sarà.
635O sposar tu devi quella,
 O ti sborro per mia fé.
    Mal difende una bandiera
 Chi non serba fedeltà:
 Già m’intendi; questa sera
640Ne do parte; e tutto il male
 Caderà sopra di tè.
 
 MARIO
 Sentirsi tante ingiurie un innocente!
 Essere detestato un cor fedele!
 Se vi è pena maggiore,
645Dicalo chi per prova intende Amore.
 
 SCENA IV
 
 CICCIO, e FIAMMETTA.
 
 FIAMMETTA
 Dunque quel traditor del Capitano
 All’empio mancamento, che mi hà fatto
 Aggiugne anco il disprezzo, e vuol c’io parta
 Tutto quì?
 CICCIO
                       Gnorsì.
 FIAMMETTA
                                       Né si ricorda
650La fé promessa?
 CICCIO
                                 Ajebò, ma ostenato
 Mme disse: si la truove
 Di’, che se piglia un ciuccio di ritorno,
 E a rivederci poi un altro giorno.
 FIAMMETTA
 Ah falzo menzogniero.
 CICCIO
655(Tanta nn’aggio da di’, nzi ch’alla fine
 Se stracciano addavero.)
 FIAMMETTA
                                               Che borbotti?
 CICCIO
 Io deceva, c’anch’io
 Vorrei d’alcuna bella esser Campione,
 E si mme vuoje, so’ llesto.
 FIAMMETTA
                                                  (Guata ceffo
660D’innamorato?) Io sono
 Figlia di buona madre: hò già promesso
 Al mio Valerio, e quello...
 CICCIO
 E chillo non te vole.
 FIAMMETTA
                                      La giustizia
 Fa per tutti. Anderò dal Podestà,
665E ad onta sua colui mi sposerà.
 CICCIO
 Veccolo llà, mo’ vene allato allato (addita Valerio che viene con Irene.)
 Co la Segnora soja.
 FIAMMETTA
 Muojo di gelosia!
 CICCIO
 Lassalo ì a mmalanno figlia mia. (parte.)
 
 SCENA V
 
 VALERIO, IRENE, FIAMMETTA, indi MARIO che osserva.
 
 VALERIO
670Irene, avrai l’intento
 Tanto da te bramato,
 Non dubitar, io te ne do la fede. (li dà la mano, e Fiammetta osserva.)
 IRENE
 In voi confido.
 FIAMMETTA
                              Uominacci indegni
 Così dunque s’inganna chi vi crede.
 VALERIO
675Fiammetta mia.
 FIAMMETTA
                                 Che Fiammetta? Il fistolo,
 Che ti divora, parla
 Colla tua Dama, eccola quì.
 MARIO
                                                    (Che sento?)
 VALERIO
 Qual Dama? (a Fiammetta.)
 IRENE
                           Tu t’inganni. (a Fiammetta.)
 FIAMMETTA
                                                     E pur negate
 Bugiarda, menzogniero?
680Lei non è stata in casa di Valerio (ad Irene.)
 Questa mane rinchiusa?
 IRENE
                                               È ver...
 FIAMMETTA
                                                               E lei (a Valerio.)
 Or non li dava fede?
 VALERIO
                                        È ver...
 MARIO
                                                        (Ah infida!)
 VALERIO
 Ma... (a Fiammetta.)
 FIAMMETTA
              Taci. (a Valerio.)
 IRENE
                          Io sono... (a Fiammatta.)
 FIAMMETTA
                                             Zitto. (ad Irene.)
 VALERIO
 Vedi...
 FIAMMETTA
                Hò veduto tutto.
 IRENE
685Sappi...
 FIAMMETTA
                  Lo sò benissimo.
 VALERIO
 T’amo.
 FIAMMETTA
                Parla a colei. (additando Irene.)
 IRENE
                                         Amante sono.
 FIAMMETTA
 Del Signor Valerio. (addita Valerio.)
 VALERIO
 Io...
 FIAMMETTA
           Puh, vergogna!
 IRENE
 Io.
 FIAMMETTA
         Puh, che vituperio!
 
690   Poveretto! tapinetto!
 Non ai colpa? sei innocente?
 Hò burlato, non è niente,
 De consolati omai sù.
 Ah monello, ah baroncello,
695Io per te son tutta orgoglio,
 Io non voglio udirti più.
    Mancator, non ti rammenti
 Di quei tanti giuramenti?
 Giuro il Ciel, giuro la Luna,
700E le stelle ad una, ad una
 Giuro tut... Signora mia, (a Irene.)
 Io non dico a Ussignoria,
 Parlo a questo, taci tù.
 
 SCENA VI
 
 MARIO, VALERIO, ed IRENE, finalmente CICCIO.
 
 VALERIO
 Or questo sì, ch’è un caso inopinato!
 MARIO
705Valerio. (Mario si fà avanti furioso.)
 VALERIO
                   Oh Mario.
 MARIO
                                        Uffizio
 Non è di buon Soldato
 L’amicizia tradir. Mi promettesti
 D’esser (hà poco avante)
 Mallevador d’Irene, e non amante;
710Or osservo, che sei
 Alla tua fede, all’amor mio ribello,
 Talché a ragion ti sfido
 (Ove tu vuoi) a singolar duello.
 VALERIO
 Che duello? Mi ascolta.
 MARIO
                                             Hò inteso quanto
715Quì ti rimproverò quella fanciulla,
 Non occorre negar, le nostre spade
 Decideranno il tutto.
 IRENE
 Tu apponi a me, quel che ai tu fatto, Mario,
 Ma t’inganni.
 MARIO
                            Infedele, (ad Irene.)
720A veder ti prepara
 Dell’Amante gradito, (additando Valerio.)
 Non men che del tradito, (additando sé stesso.)
 Sanguinoso spettacolo, e funesto.
 VALERIO
 (Un bruttissimo intrigo è per me questo!)
 MARIO
725Or che risolvi Capitano? è tua
 L’elezzion dell’armi, e ancor del luogo
 Della tenzon.
 VALERIO
                           Io dico... (Valerio parla confuso.)
 MARIO
 Tu sospeso ti aggiri?
 VALERIO
 Che sei in error... quel che colei mi disse,
730Fù menzogna... travidde.
 MARIO
                                                In darno adduci
 Al mio fermo pensier fallaci scuse.
 Teco ammazzar mi voglio.
 VALERIO
 (Che maladetto imbroglio!)
 MARIO
                                                     E se più tardi,
 Dirò, che per viltà schivi il duello,
735E sarai trà Soldati
 Stimato infame.
 VALERIO
                                 Or vuoi morir fratello
 Io vile? io infame? a Capitano Valerio?
 Or or voglio finirla. Cava mano.
 MARIO
 Son pronto. (Mentre si vogliono battere Valerio, e Mario sopragiunge Ciccio, e l’interrompe chiamando Valerio.)
 IRENE
                          Oimè che fia.
 CICCIO
                                                     Sio Capetanio.
740Curre, curre; Sciammetta và a lo Jodece
 Contra de vuje pe ccercà jostizea.
 VALERIO
 (Buon intoppo per me.)
 Al Giudice? (a Ciccio.)
 CICCIO
                          Gnorsine.
 VALERIO
                                               E che faremo? (trà di loro.)
 CICCIO
 Oscia venga commico, ca pe bia
745Ve derraggio na mbroglia, ch’a pproposeto
 Penzo de fare, e fuorze
 Vuje sarrite sso Jodece.
 VALERIO
 Andiam. Signor Alfiero, (a Mario.)
 Debbo per un affar d’alta importanza
750Portarmi altrove. Trasferita sia
 A miglior tempo la contesa. In tanto
 Ti disinganni Irene: e poi se brami
 O guerra, o pace, allora
 Tua sia l’elezzion, tu ti consiglia
755Senz’altro indugio, e qual più vuoi, ti piglia. (parte con Ciccio.)
 
 SCENA VII
 
 MARIO, IRENE, e poi OLIMPIA.
 
 MARIO
 Così la fida Irene
 Parte frà due persone onesto foco!
 IRENE
 Così il costante Mario
 Me de la colpa sua nota, e riprende!
 MARIO
760Questo di più? e ardisci
 Di vana reitade incolpar Mario,
 Allor che lo tradisci?
 IRENE
 Di vana reità? costei lo dica,
 Cui fé giurasti. (addita Olimpia che esce da sua casa.)
 MARIO
                                A Olimpia
765Io fé?
 OLIMPIA
              Mente chi ’l dice.
 IRENE
                                               Ed ecco appunto,
 Chi ti convincerà: tu di costui
 Non sei sposa promessa?
 OLIMPIA
 Io ti dissi poc’anzi,
 Ch’io son sposa promessa
770Di cui tu corri in traccia, e non di Mario.
 MARIO
 Questo è tutto contrario
 A quel che tù mi apponi, scelerata. (ad Irene.)
 IRENE
 Quali sogni? quai fole?
 Sì sì fingete.
 OLIMPIA
                          Non occorre, amica,
775Negar, quel che io pur troppo intesi, e vidi;
 Se già di Mario fosti,
 Egli è dover, che a lui pentita riedi,
 Lasciando star altrui colla sua pace,
 E ti rammenta al fine,
780Che tal volta non lice Amor, che piace.
 
 SCENA VIII
 
 MARIO, ed IRENE.
 
 MARIO
 Chiedi più testimonj
 Della tua fedeltà?
 IRENE
 Ò amante lealissimo, che adduce
 Testimon di sua fede l’istrumento
785De tradimenti suoi!
 MARIO
 Ed ancor tenti, ingrata,
 Vestir di fedeltà gl’inganni tuoi?
 IRENE
 Ed osi, me presente,
 Trionfar de tuoi falli?
790E me deridi ancora?
 MARIO
 Della mia bella fé fò pompa ogn’ora!
 
    Godo più del bel contento
 D’esser stato a te fedele,
 Che non peno al rio tormento,
795Che mi apporti, alma crudele,
 Colla tua infedeltà.
    Sarà, ch’al fin mi uccida
 Il dolor di sì rea sorte,
 Godo almen, che l’alma fida
800Agli amanti dopo morte
 Chiaro esempio lascerà.
 
 SCENA IX
 
 IRENE.
 
 IRENE
 Ecco novella forma
 Di tradimento. Protestar affetto
 Nel punto istesso, che con l’odio ancide,
805Autenticare la menzogna espressa
 Con falzità enormissima. E tu Cielo
 Ciò vedi, e lo sopporti? ma che dico
 Del Ciel, io stessa, io stessa
 Conosco, che m’inganna, e ancora l’amo,
810Vedo, che mi tradisce, e ’l chiedo, e bramo.
 
    Quel vago fiore,
 Che vive amante
 Del bel splendore
 Che alluma il giorno,
815O se oscurato
 Va in Occidente,
 O se ridente
 Faccia ritorno,
 Lo guarda, e mira,
820E a lui si aggira
 Sempre fedel.
    Così costretto
 Dal crudo fato
 Il mio desire
825Per più dispetto,
 Per più martire
 Segue costante
 Un infedel.
 
 SCENA X
 
 LELIO, poi OLIMPIA.
 
 LELIO
 Sotto sì gentil volto alma sì rea
830Si nasconde, e tu Cielo
 Il vedi, e ’l soffri?
 OLIMPIA
                                   Tanti tradimenti
 Contro un cor sì fedele
 V’è chi ordisce, in Terra
 Non t’apri, e per miracolo l’inghiotti?
 LELIO
835Ecco l’ingrata. (si avvede di Olimpia.)
 OLIMPIA
                              Il perfido quì viene. (si avvede di Lelio.)
 LELIO
 Che pensi?
 OLIMPIA
                        A che mi guardi?
 LELIO
 Miro nel tuo sembiante
 I moti del tuo cor falzo, e incostante.
 OLIMPIA
 Vo penzando, che sei
840Nido di tradimenti infami, e rei.
 LELIO
 Piuttosto a Mario penzi;
 Credi che a me palesi
 Non siano forse i tuoi novelli amori?
 OLIMPIA
 A Mario? ah mensogniero,
845Quel che tu commettesti
 A me rivolgi, ma t’inganni; io fui
 Sempre amorosa, e fida.
 LELIO
 Tu fosti un empia, scelerata, infida.
 
    Mi tradisti: ti fuggo spietata;
850M’ingannasti: ti abomino, ingrata
 Cresce l’odio; mi accendo di sdegno:
 Del tuo core più indegno non v’è.
    Sei Sirena, che alletti, ed uccidi;
 Tendi insidie se piangi, o se ridi;
855Mi allontano, perversa, da te.
 
 SCENA XI
 
 OLIMPIA.
 
 OLIMPIA
 Questo di più? dunque a un sincero affetto
 Titolo si dà di fallo, e scelerato!
 E le proprie reità perfide, ed empie
 Si chiamano innocenti, e puri ardori!
860Il costume quest’è de traditori.
 
    Piuttosto avessi amato
 Un serpe, un tronco, un scoglio;
 Poiché se sentirei
 Velen, rigore, orgoglio,
865Il duol non proverei
 D’un incostante cor.
    Un rigoroso oggetto
 Non dà tanto dispetto,
 Quanto ne dà un ingrato;
870Ed infedele amor.
 
 SCENA XII
 
 VALERIO da Podestà, CICCIO da Scrivano, alcune comparse, che portano uno boffettino, con calamajo, e campanello, e due sedie, indi FIAMMETTA.
 
 CICCIO
 Mettite a cchisto pizzo ssa moffetta. (a le comparse.)
 E ste ssegge porzì: felatevella.
 Eh? non decite a nullo
 Chello, che mmo’ vedite
875De chesta fenzione,
 Ca ve stroppeo pe ll’arma de Ceccone.
 VALERIO
 Il ritrovato tuo fù assai bellissimo.
 Quì vestiti, io da Podestà magnifico,
 Tu da Notajo, dispenzarem Giustizia
880A chi la chiede. Il luogo solitario
 L’ora tarda, in cui son tutte le genti
 Sopra la Piazza: e l’autorità nostra
 Ne dà il commodo. Ma
 Fiammetta non si vede.
 CICCIO
885Poco porrà tricare, ca mo nnante,
 Primmo de nce vestì de stà manera,
 Ll’aggio trovata rente a la marina,
 E ll’aggio ditto ch’avea da venire
 Ccà p’accesso no Jodece,
890A cchi poteva essa cercà jostizea.
 E beccotella a ttiempo.
 Avisse nnomenato
 No melione.
 VALERIO
                          Appunto.
 Mettiamoci gli occhiali,
895E sediamo quì pro Tribunali. (Valerio siede.)
 FIAMMETTA
 
    Fiammetta poverina,
 Tradita, fanciullina
 Contro l’altrui malizia,
 Viene a cercar giustizia
900Avanti al Podestà.
 
 VALERIO
 
    Ragazza vezzosina,
 Vezzosa ragazzina,
 Discaccia ogni tristizia,
 Che a dispensar giustizia
905Quà siede il Podestà.
 
 FIAMMETTA
 Io sono una donzella poverina.
 VALERIO
 Ed ancora bellina. (a Ciccio.)
 CICCIO
                                     Già se vede. (a Valerio.)
 FIAMMETTA
 Fui rapita da’ miei
 Da un malvaggio traditore.
 VALERIO
                                                    Oh!
 FIAMMETTA
                                                              Il quale
910Mi diè fede di sposo, e poi lasciommi.
 VALERIO
 Oh!
 FIAMMETTA
           Or vo’ giustizia.
 VALERIO
                                          Oh! figlia
 Facesti mal, ma si rimediarà.
 E chi è costui?
 FIAMMETTA
 È Capitan Valerio.
 VALERIO
                                     Oh!
 FIAMMETTA
                                               Che cosa?
 VALERIO
915Una vil Contadina esser la vaga
 Di Capitan Valerio eh? Oh che impostura!
 Vien quà, e rispondi: Dove? come? e quando
 Ti vagheggiò? di’ il vero,
 Ed avvertisci a non mentir, ragazza.
 FIAMMETTA
920Passando quello un dì per la mia vigna,
 Mi guardò, io il guardai.
 VALERIO
 Ti guardò, tù il guardasti? appresso appresso.
 FIAMMETTA
 Mi fe cenno, io fei cenno.
 VALERIO
 Fe cenno, e festi cenno? bene, appresso.
 FIAMMETTA
925Mi rise, ed io li risi.
 VALERIO
 Ti rise, e tu ridesti? bene: appresso.
 FIAMMETTA
 Mi salutò, io il salutai così?
 VALERIO
 (Non posso più, or me le avvento.) (A Ciccio in atto d’abbracciar Fiammetta con caricatura.)
 CICCIO
                                                                  (Chiano,
 Ca guastammo la mbroglia.) (lo trattiene.)
 VALERIO
                                                       Appresso, appresso. (a Fiammetta.)
 FIAMMETTA
930Disse chi era, e che voleva, ch’io
 Fossi sua dama.
 VALERIO
                                E tu che rispondesti?
 FIAMMETTA
 Serva di vosustrissima,
 E mi arrossii.
 VALERIO
                            (Eh...) (A Ciccio in atto di abbracciar Fiammetta come sopra, e Ciccio trattiene.)
 CICCIO
                                           (Adaso, gravità.)
 VALERIO
 (Già mi scordava d’esser Podestà.)
935Che più? (a Fiammetta.)
 FIAMMETTA
                     Così seguendo a far l’amore,
 Finalmente una sera
 Con promessa di sposo allontanommi
 Dalla casa de’ miei, e poi lasciommi.
 VALERIO
 Or che pretendi?
 FIAMMETTA
                                  Voglio,
940Giustizia, e che mi attenda,
 Colui la fé promessa.
 VALERIO
                                         Eh? e conosci,
 Chi è Capitan Valerio?
 FIAMMETTA
 Lo conosco, e sò ancora,
 Ch’egli è bugiardo, mancatore, infame,
945Indegno, ingannator, vile, malvaggio,
 Perfido...
 VALERIO
                    Olà, olà, olà, olà. (Valerio interrompe Fiammetta adirato, e suona il Campanello.)
 CICCIO
                                                    Appila. (a Fiammetta.)
 VALERIO
 (Vo’ un po’ mortificarla) in questo modo
 Si parla di Valerio? Tu bob sai,
 Che quello è Capitano, e ch’hà versato
950Più sangue nelle guerre,
 Che non ai fatto vino
 Nella tua vigna? quegli hà governato,
 Più fortezze, che tù non ai mangiato
 Fagiuoli; e tu sguajata, scempiarella,
955Superba, mattarella,
 Pretendi di sposarlo? se più ardisci
 Parlar di ciò...
 FIAMMETTA
                             Ma... (Valerio interrompe Fiammetta come sopra sonando il campanello.)
 CICCIO
                                         Fora:
 Vattenne, figlia mia.
 FIAMMETTA
 Ah, Signor Podestà,
960Non tanta crudeltà, è ver ch’io sono
 Povera contadina,
 Son però una onesta ragazzina,
 Quel crudo m’ingannò, se in questo modo,
 Or vengo abbandonata,
965Sarò certo ammazzata
 Da miei parenti. Eccomi a piedi vostri. (piangendo.)
 VALERIO
 (Or sì che più non posso.) (A Ciccio piangendo ancor lui, mostrando di voler avventarsi a Fiammetta.)
 CICCIO
                                                   (Gravità.)
 VALERIO
 Vogliamo consolarti, (componendosi in gravità.)
 Dov’è il memoriale?
 FIAMMETTA
                                        Eccolo quì. (porge il memoriale a Valerio.)
 VALERIO
970Fiammetta Grattapulci (legendo il memoriale.)
 Espone supplicando come eccetera,
 Che però priega eccetera. Va bene (a Fiammetta.)
 Siedi messer Petronio,
 E scrivi.
 CICCIO
                   (Ccà te voglio
975Sio Capetanio, appena,
 Io saccio competà.) (segreto a Valerio.)
 VALERIO
                                       (Scrivi a tuo modo.) (segreto a Ciccio.)
 CICCIO
 (Comme volite vuje.)
 VALERIO
 Die, poni la giornata, mese, ed anno,
 Da capo, per subscriptum. (dettando a Ciccio il quale scrive.)
980Consolata sarai adesso adesso. (a Fiammetta.)
 Ai fatto come dice? (a Ciccio.)
 CICCIO
 Die poni la giornata, mese, ed anno
 Da Capo...
 VALERIO
                      Dal malanno
 Che ’l Ciel ti dia. Die, vedi la giornata
985Nel Calendario, bestione (a Ciccio.) tuo (Ciccio legge il Calendario, e scrive.)
 Sarà Valerio. (a Fiammetta.)
 FIAMMETTA
                            Strissemo, obligata.
 Li sono tanto tanto.
 VALERIO
                                      Come ai detto?
 CICCIO
 Die dieci Martedì pioggia con vento.
 VALERIO
 Oh c’animale! Die
990Decima Maii mille settecento
 Trentasette. Oh carina (a Fiammetta.) In Civitate
 Portulongonis. (a Ciccio.)
 CICCIO
                               Portulongonisse.
 VALERIO
 Appresso: Per subscriptum.
 CICCIO
 È fatto: Soprascrittum.
 VALERIO
995Per subscriptum,
 Asino. Or, or vi spicciarem ragazza (a Fiammetta.)
 Dominum Potestatem Civitatis
 Cosmopolis, cosmopolis. (a Ciccio.)
 CICCIO
 Costantinopolisse.
 VALERIO
1000Oh che matto! Cosmopolis.
 CICCIO
                                                    Cosmopolis.
 VALERIO
 Adesso viene il meglio. (a Fiammetta.)
 Fuit provisum quod.
 CICCIO
 Fuit provisto ncorna.
 VALERIO
 Fuit provisum quod, quod, quod,
1005E non corna, balordo.
 CICCIO
 Fuit provisum quod, quod, quod.
 VALERIO
 Non più quod, non più quod siegui (a Ciccio.) Flammicula
 De Grattapulci, scrivi.
 CICCIO
 E che nc’entra la gatta co li surece?
 VALERIO
1010Grattapulci è il cognome
 Di cotesta fanciulla.
 FIAMMETTA
 Appunto.
 CICCIO
                     Ah lo cognomme
 Di cotesta fanciulla è Grattapulci?
 VALERIO
 Messersì, non più cchiacchiare (a Ciccio.)
1015Scrivi, e così ragazza?...
 CICCIO
                                             Fragnicula
 De Gr...
 VALERIO
                  O che Diavol di sproposito!
 Flammicula, Flammicula,
 Non Fragnicula.
 CICCIO
                                Oh ppotta! (Ciccio si avvede di Mario, che viene con soldati, e s’alza subito facendo anche alzar Valerio.)
 VALERIO
                                                      Che cos’è?
 CICCIO
 L’Arfiero Mario
1020Ccà bene con a maneca
 De sordate... (tra loro.)
 VALERIO
                           Oh cospetto
 Del quasi, che nol dissi!
 Non iscoprirmi, sai.
 FIAMMETTA
 Oimè vengon soldati, e costor temono.
1025Io fuggirò. (parte Fiammetta.)
 
 SCENA ULTIMA
 
 MARIO con alcuni soldati, VALERIO, e CICCIO.
 
 MARIO
                        Fermate, olà, chi siete?
 VALERIO
 De Civitate Portuferrarensi
 Sum Judex, & spectabilis Potestas,
 (Parlo così per non farmi conoscere.)
 CICCIO
 Ed ego summo Scrivano, e Notario,
1030Attuario, Lunario, e Calannario.
 MARIO
 E come osate dispenzar giustizia
 Negli dominj altrui? olà costoro (a soldati.)
 Si arrestino, mentr’io ne darò parte
 Al Comandante. (Via Mario, e li soldati si avventano a i due per arrestarli.)
 VALERIO
                                  Veda...
 CICCIO
1035Sentite... (Io mone
 Scommoglio.) (a Valerio.)
 VALERIO
                              (Ah nò, ch’io sarò svergognato.) (a Ciccio.)
 Piano, olà, non urtate. (A soldati che li vogliono condurre a forza.)
 CICCIO
                                            Che diavolo avite,
 Segnure mieje? nò po’ de descrezione.
 VALERIO
 Oh che viluppo! oh che confusione!
 CICCIO
 
1040Io venire non nce voglio,
 Mme potite strascenà. (ai soldati.)
 
 VALERIO
 
 Non mostrate tant’orgoglio,
 Un tantin di civiltà. (a detti. Qui li soldati seguitano a strascinarli, e Ciccio toglie uno schioppo ad un soldato, e mostra tirare.)
 
 CICCIO
 
 Ah canaglia arreto arreto,
1045O ve manno tutte a ffuoco. (a detti.)
 
 VALERIO
 
 Non tirare ferma un poco
 Che colpisci giusto a me. (a Ciccio.)
 
 CICCIO
 
 Abbampà ve voglio affé. (a detti. Li soldati si mettono in un gruppo dietro a Valerio il quale vedendo Ciccio collo schioppo alla sua volta, si cala col volto per terra, e così timoroso sen’entra. Ciccio per un’altra via, e li soldati fuggono.)
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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