Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Il trionfo dell'onore, Benevento, A spese dell'Appaldatore, 1718
 a cura di Francesco Cotticelli
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 IL TRIONFO DELL’ONORE
 
 
 Commedia di Francesco Antonio Tullio posta in musica Dal Cavaliere Signor Alessandro Scarlatti Maestro della Real Cappella di Napoli. Da rappresentarsi nel Teatro de’ Fiorentini in quest’Anno 1718. Consecrata All’Illustriss., ed Eccell. Signora La Signora Barbara d’Erbestein, Contessa di Daun, Principessa di Teano, e Viceregina nel Regno di Napoli.
 IN BENEVENTO MDCCXVIII. A spese dell’Appaldatore; e si vendono alla Libraria del Parrino à Strada Toledo.
 Con Licenza de’ Superiori
 
 
 Eccellentissima Signora
 Umilmente prostrato à riveritissimi piedi dell’Ecc. V., vi presento (Sig. Eccel.), in questa Commedia, il TRIONFO DELL’ONORE, colla certezza, ch’abbiate voi la benignità d’accoglierla sotto l’ombra onorata di Vostra gloriosa, e sublime grandezza, perché più fastoso, e risplendente appariri possa à gl’occhi de’ spettatori. Risplenderà insieme (Eccel. Sig.) la vostra somma generosità in facendolo degno della Vostra autorevole protezione, mercè la quale, vanterà egli più lustro, e maggior decoro de rinomati trionfi, che de’ suoi Cesari, e Consoli vidde nel suo Campidoglio l’antica Roma; Ed avrò ancor io l’eccelso vanto di manifestarmi col più profondo de miei ossequiosissimi rispetti.
 Di V. E.
 Umil. Dev., & Osseq. Serv.
 Salvadore Toro.
 
 
 ARGOMENTO
 Vivea nella Città di Lucca Riccardo Albenori, giovane scapestrato, e dissoluto, dedito à goder delle Donne, senza che fosse capace il suo petto né pur d’una scintilla del fuoco d’Amore. Arrivò egli, co’ suoi tratti lusinghieri, ad ingannar Leonora Dorini, donzella della stessa Città, à segno, che giunse à torle l’onore, dopo averle data la fede di farla sua sposa. Colla medesima fede allettò anche Doralice Rossetti, della mentovata Città (ch’era prima innammorata d’Erminio Dorini, fratello di Leonora, che da più tempo si ritrovava partito per Livorno); Ed avrebbe conseguito l’istesso intento, se in quella notte, che dovea ad essa portarsi, non gli fosse accaduto di fare un’ardita resistenza alla Corte, per la quale si vidde astretto à fuggire in un Villaggio di Lucca, dove per più giorni trattenne nascosto, facendo correr voce d’essersi portato in Pisa. Aveva Riccardo per suo indivisibil compagno Capitan Rodimarte, Uomo scialacquato ancor esso, e di genio non differente al suo, dal quale eran secondate, assistite, e fomentate le leggerezze di quello, perche ne cavava il profitto di vivere à sue spese. Avendo ambedue dimorato alquanti giorni nel già detto Villaggio, fecer essi pensiero di passar in Pisa, dove stava Flaminio Castravacca, Zio di Riccardo, che tenea in cura alcuni Poderi di esso, à sol fine di cavarne danari, per andar girando in altre parti d’Italia, e sodisfare alle loro dissolutezze; Mà non fù senza pericolo il tragitto, ed ebbero in sorte di scampar da Ministri della Corte, da quali furono inseguiti sino alle vicinanze di Pisa. Sparsasi la prima voce per Lucca, che Riccardo fosse venuto in Pisa, e giunta all’orecchie di Leonora, e di Doralice; Dopo aver esse aspettato più giorni il suo ritorno, risolvettero, ciascuna da se; la prima stimolata dall’onor perduto, e non meno dall’amore; e l’altra dal forte amore, e dalla fede di sposo; di venir in Pisa à ritrovar Riccardo, animate maggiormente dalla vicinanza dall’una all’altra Città. Partì prima Leonora in una sera, ed avendo in pratica la via, per averla fatta più volte con suo fratello, arrivò stanca, e lassa al far del giorno in una Villa, poco distante da Pisa, dove, sovra presa da un forte svenimento, fù accolta da Cornelia Buffacci, Zia di Doralice; e questa, avendo per l’oscurità della notte smarrita la strada, vi giunse ore dopo, e fù ricevuta ancor essa da sua Zia. Nel tempo stesso capitò anche in questa Villa Erminio Dorini, fratello di Leonora, che da Livorno ritornava in Lucca, dove ritrovò la Sorella, e l’amata. Bastar deve questo per notizia del viluppo, giacchè nella Commedia potrà leggersi ciò, che venne a risultarne.
 S’avvertisce il cortese leggitore, ch’essendo la Commedia riuscita alquanto lunga di recetativo, è convenuto perciò d’abbreviarsi; Imperocche si sappia, che non si cantano tutti quei versi, che hanno alla margine il sequente segno ,,
 E s’avverte ancora, che se qualche cosa, si trovasse mal ordinata nel suddetto accorciamento, ò con mutazione di parole, ò altro in bocca de rappresentanti, ciò deve condonarsi all’assensa dell’Autore, stante la quale, vi pose altri le mani.
 Si perdonino ancora alcune voci prese con renitenza, per accommodarsi alla scena, ed ove si ritrovano le parole, Fato, Destino, Stella, & altro, che sembrano scandalose, vien pregato chi legge à distinguere la profession Cattolica di chi ha scritto, dall’uso poetico, che richiede questo modo di scrivere.
 
 Personaggi della Commedia.
 
 FLAMINIO CASTRAVACCA, vecchio Mercatante, Zio di Riccardo Albenori, di Lucca, che hà trattato di matrimonio con Cornelia Buffacci; ed innammorato di Rosina Caruccia, serva dell’istessa Cornelia.
 CORNELIA BUFFACCI, vecchia, Zia di Doralice Rossetti, ed innammorata di Flaminio.
 Il Signor Simone de Falco.
 LEONORA DORINI, di Lucca, sorella d’Erminio, ed innammorata di Riccardo Albenori, dal quale le s’è tolto l’onore.
 La Sig. Petronilla Micheli, detta la Francesina
 DORALICE ROSSETTI, di Lucca, Nipote di Cornelia, prima innammorata d’Erminio Dorini, e poi di Riccardo Albenori.
 La Signora Costanza Posterla
 RICCARDO ALBENORI, di Lucca, Nipote di Flaminio, giovane dissoluto.
 La Signora Caterina Testi Virtuosa dell’Eccell. del Sig. Ambasciadore di Portogallo in Roma.
 ERMINIO DORINI, di Lucca, fratello di Leonora, ed innammorato di Doralice,
 Il Signor Biagio Stabile.
 ROSINA CARUCCIA, serva di Cornelia, che poi s’innammora di Capitan Rodimarte Bombarda.
 La Signora Marianna Monti.
 CAPITAN RODIMARTE BOMBARDA, camerata di Riccardo Albenori, che poi s’innammora di Rosina Caruccia.
 Il Signor Giacomo d’Ambrosio.
 
 
 La scena si finge in una Villa di Pisa poco lontana dalla Città.
 Pittore della Scena il Sig. Francesco Saraceni.
 Inventore de Balli; Monsù Antonio Sarron.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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