Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Il trionfo dell'onore, Benevento, A spese dell'Appaldatore, 1718
 a cura di Francesco Cotticelli
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 ERMINIO, solo.
 
 ERMINIO
765Veggo armata la sorte a’ miei danni;
 E son miei tiranni
 L’onore, e l’Amor.
 È onor mia cruda pena,
 Perché non trovo chi l’offese; e in tanto
770È mia pena, è mio pianto,
 Che amor mi vuol in Lucca; e onor m’affrena!
 
 SCENA II
 
 LEONORA, di Casa di Cornelia; e’l suddetto.
 
 LEONORA
 (Cieli! e quante sciagure)
 Fratello; è qui Riccardo, è qui l’infame,
 Di nuove colpe reo.
 ERMINIO
                                      Come? di’ pure.
 LEONORA
775Con sue maligne trame,
 Doppio fellon si rese:
 Pria ne l’onor, poi ne l’amor t’offese.
 ERMINIO
 Ne l’amor?
 LEONORA
                        Ne l’amore.
 Qui è Doralice tua, che va seguendo
780Il falso ingannatore.
 ERMINIO
                                       Aimè! che intendo!
 ,,Ahi colpo tormentoso!
 ,,Ahi tormento crudele!
 LEONORA
 Con la fede di sposo
 L’allettò l’infedele;
785E pur priva d’onor la sentiresti,
 Se un caso non sortia.
 ERMINIO
 Tu m’occidesti!
 Tradirmi Doralice?
 Dov’è l’Amico indegno?
790Dov’è la mancatrice?...
 LEONORA
 Odi, e l’ira rattieni.
 ERMINIO
                                      Ardo di sdegno
 LEONORA
 Doralice dimora
 In Casa di sua Zia, dove son io;
 Ed hò saputo ancora,
795Ch’è qui Riccardo in Casa di suo Zio.
 Anzi so, c’hà parlato
 Con Doralice; e in speme la mantiene.
 ERMINIO
 Ah! mostro scelerato!
 Di tante frodi abbondi?...
800Ma taci! ecco, che viene.
 LEONORA
 Lascia, ch’io parli
 ERMINIO
                                   No: tu qui t’ascondi.
 LEONORA
 Opra senza furore.
 ERMINIO
 Vanne, ch’ei vien.
 LEONORA
                                    (Tu mi consola, o Amore.) (si nasconde.)
 
 SCENA III
 
 RICCARDO, ed ERMINIO.
 
 RICCARDO
 O Erminio! o Amico! o quanto
805Godo in vederti ben! come qui sei?
 ERMINIO
 Ed io godo altrettanto,
 Che tu giunga opportuno a gl’occhi miei.
 RICCARDO
 E come?
 ERMINIO
                   Da Livorno
 Fosti tu la cagione,
810Ch’affrettassi per Lucca il mio ritorno.
 RICCARDO
 (Che sento!) e perche mai?
 ERMINIO
 È forte la ragione, e tu la sai.
 RICCARDO
 (A gl’inganni.) palesa:
 Che so, che dir tu puoi?
 ERMINIO
815Sai, ch’è grave l’offesa,
 Né soffre onore offeso i torti suoi.
 RICCARDO
 Onor offeso! e quando?
 Vai tu meco scherzando?
 ERMINIO
 Mia sorella, fremente,
820Tutto mi scrisse; e tu lo nieghi ancora?
 RICCARDO
 Io questo? ella ne mente
 
 SCENA IV
 
 LEONORA, e li suddetti.
 
 LEONORA
 Menti tu, traditore; è qui Leonora.
 RICCARDO
 (Che veggio!)
 LEONORA
                            Al mio cospetto,
 Niegal se puoi, crudel.
 RICCARDO
                                           Ciò, ch’io non fei,
825A negar son costretto.
 LEONORA
 Fulmini non avete, o Cieli, o Dei!
 ERMINIO
 Riccardo, ella non sogna.
 RICCARDO
 Sarà vero l’errore;
 Ma, ch’io ne sia l’autore è una menzogna.
 LEONORA
830Barbaro, menzognero,
 Questo puoi dir: tant’osa
 La lingua ingannatrice?
 ERMINIO
 Riccardo; attendi al vero.
 LEONORA
 Lo sa pur Doralice,
835Se sai tradir le Vergini innocenti.
 RICCARDO
 Ella sarà mia sposa.
 ERMINIO
                                       Empio ne menti,
 Che Doralice è mia.
 RICCARDO
 Di ciò pena io non sento:
 Fra noi facciam, che sia
840Giudice il suo volere, e son contento.
 Ma un tuo fedele Amico
 Creder non dei, che ti macchiò l’onore.
 ERMINIO
 Tu, che dici? (a Leonora.)
 LEONORA
                           Ah! impudico!
 Ne ti muove il mio pianto, ingrato core!
 RICCARDO
845A mancar non son uso.
 LEONORA
 Non sarà come pensi.
 ERMINIO
 (O sconvolti miei sensi! io son confuso!)
 RICCARDO
 
    Sei vaga, sei bella;
 Hai ne’ begl’occhi Amor;
850Ma non mi giunse al cor
 La tua bellezza.
    È ver, ch’ogni tuo sguardo
 È un dardo,
 Ed una face;
855Ma è caro quel che piace,
 E più s’apprezza.
 
 SCENA V
 
 ERMINIO, e LEONORA.
 
 ERMINIO
 Infame! l’intendesti: al primo errore
 Il secondo aggiungesti!
 Mendace ancor?
 LEONORA
                                 O Dio! tempra il furore.
 ERMINIO
860Ora sei rea di morte:
 Or mi vaglia il tuo ferro a la vendetta.
 LEONORA
 ,,Abbraccio questa sorte:
 ,,Il mio castigo affretta:
 ,,Cuopra la morte mia l’enorme offesa;
865,,Ma, ch’io mendace sia,
 ,,Chiamo il Ciel, chiamo i Numi in mia difesa.
 ERMINIO
 ,,Sì, che tu dei morire.
 LEONORA
 ,,Già piego il collo; e al mio destino io cedo.
 ERMINIO
 ,,(Riccardo sa mentire?...
870,,O agitato mio cor! Cieli, a chi credo?)
 LEONORA
 ,,Vibra il colpo spietato;
 ,,E sacra pur questa dolente vita
 ,,Ad un Alma infierita, a un core ingrato.
 ERMINIO
 ,,La sacro a quel gran Nume
875,,De l’onor, ch’offendesti.
 LEONORA
 ,,È vero, errai
 ERMINIO
                            ,,Versa di sangue un fiume
 ,,Ma vacilla la man
 
 SCENA VI
 
 DORALICE, di Casa di Cornelia, e li suddetti.
 
 DORALICE
                                     Crudel! che fai?
 (Erminio qui!)
 ERMINIO
                               Spergiura;
 Crudel mi chiami! e dove
880Mai de la tua v’è crudeltà più dura.
 DORALICE
 Insolite, né nuove
 Le leggi del Destin giungono a noi.
 È destino l’amare:
 T’amai, è ver; ma poi
885Altro amore mi vinse.
 ERMINIO
                                           E non t’arresta
 La vergogna, il rossor?
 LEONORA
                                            Or dei pensare,
 Ch’è mio Riccardo.
 DORALICE
                                      Una mentita è questa.
 ERMINIO
 Sì, ch’è suo: ciò richiede
 L’onor, che le rapì. Tu mal fondasti
890L’amor tuo, la tua fede;
 E vedi chi seguisti, e chi lasciasti.
 LEONORA
 L’intendi?
 ERMINIO
                       E se ritroso
 S’oppone al giusto; è in questa man sua sorte:
 O sia suo sposo; o sposerà la morte.
 
895   Daranno al petto
 Ira, e furore,
 Offeso onore,
 Offeso amor.
    Nel tuo Diletto,
900Che m’hà tradito,
 Vedrai punito
 Un traditor.
 
 SCENA VII
 
 LEONORA, e DORALICE.
 
 LEONORA
 Udisti ciò, ch’io tacqui.
 DORALICE
                                             Il mio pensiero
 Mi dice, ch’è un inganno.
 LEONORA
905Così non fosse vero,
 Che non avrei nel cor sì acerbo affanno.
 DORALICE
 Tu a Riccardo parlasti?
 LEONORA
 Gli parlai con Erminio. Ah! mio dolore!
 Negollo il traditore,
910Vago del mio morir, che tu vietasti.
 DORALICE
 No, che creder no’l voglio:
 Riccardo è mio: n’hò la sua fede in pegno.
 LEONORA
 Vuoi tu, che ’l mio cordoglio
 Per te si cangi in viperino sdegno?
 DORALICE
915Troppo ardita ti fai!
 Ne pensi, ch’a soffrir non sono avvezza?
 LEONORA
 Pensa tu, se può mai
 Prezzar la tua, chi la tua vita sprezza.
 DORALICE
 Tant’osa quella lingua?
 LEONORA
920Oserà più la mano.
 DORALICE
 Farò, che in te s’estingua
 D’un folle amore il mal concetto foco.
 LEONORA
 Ah! temeraria
 DORALICE
                             Ah! indegna
 
 SCENA VIII
 
 CORNELIA di Casa, FLAMINIO per istrada, e le suddette.
 
 CORNELIA
                                                      Uh! fate piano
 FLAMINIO
 Cos’è, belle Ragazze? adagio un poco.
 DORALICE
925Vanta la menzognera,
 Che Riccardo l’onor le tolse.
 LEONORA
                                                     Attesto
 Vantar cosa, ch’è vera.
 DORALICE
 Ma Riccardo il negò.
 LEONORA
                                        Non basta questo.
 FLAMINIO
 Qual Riccardo è costui?
 CORNELIA
930È tuo Nipote, quale?
 FLAMINIO
 Ah! il vizioso!
 CORNELIA
                            Mia Nipote da lui
 Ebbe la fé di sposo,
 E lui seguendo qui si trova: ed ora
 Sento quest’altro scoppio!
 FLAMINIO
                                                  E chi è costei?
 CORNELIA
935Ella è di Lucca: e in Casa mia dimora.
 Ebbi pietà di lei,
 Che qui giunse smarrita,
 Quasi senza respiro, e senza vita.
 LEONORA
 Deh! per pietà, credete,
940Ch’io dico il ver.
 DORALICE
                                 V’inganna, è mentitrice.
 LEONORA
 Ed a voi, che potete
 Far lieta un infelice,
 A voi chieggio pietate,
 A voi mi prostro
 FLAMINIO
                                 Eh! via
 DORALICE
                                                 (O quanto è accorta!)
 LEONORA
945Se voi non m’aiutate,
 Mio Fratello m’uccide: io già son morta.
 Dillo tu, che, poc’anzi,
 Dal suo ferro crudel mi liberasti. (a Doralice.)
 DORALICE
 So, che’l niega Riccardo: e tanto basti.
 CORNELIA
950Non passiamo più innanzi:
 Tu puoi cavarne il netto.
 FLAMINIO
 Far tutto io ti prometto:
 Confida in me, che non confidi in vano.
 LEONORA
 Lascio: afflitta, e tradita;
955L’onor mio, la mia vita in vostra mano.
 
    Sospirando
 Penosa, dolente,
 A voi raccomando
 La vita, e l’onor.
960   Di pietate l’impegno più bello
 È quello,
 Che chiede
 L’afflitto mio cor.
 
 SCENA IX
 
 DORALICE, CORNELIA, e FLAMINIO.
 
 DORALICE
 Ella è indegna di fede:
965Riccardo non è tal.
 CORNELIA
                                     Tale non fia;
 Ma bisogna veder
 FLAMINIO
                                    Spesso succede
 Ciò, che meno si pensa.
 DORALICE
                                              Ella è mendace.
 CORNELIA
 Chetati, figlia mia.
 FLAMINIO
 Qui si tratta d’onore.
 CORNELIA
970Vanne; e statevi in pace.
 FLAMINIO
 Non fate più rumore:
 La cosa è di coscienza:
 Chi’l torto avrà, bisogna aver pazienza.
 DORALICE
 
    Amor mi consola;
975E sento, che dice,
 Che lieta, e felice
 Io sola
 Sarò.
    E pur vo sentendo,
980Che’l cor va dicendo,
 Ch’io sola godrò.
 
 SCENA X
 
 FLAMINIO, e CORNELIA.
 
 FLAMINIO
 Dove giammai s’è visto
 Maggior viluppo!
 CORNELIA
                                   Attonita ne resto!
 FLAMINIO
 So, che Riccardo è un tristo,
985Abile a far peggiore assai di questo.
 CORNELIA
 Comple attendere al giusto.
 FLAMINIO
 Certo.
 CORNELIA
               Ma mi dispiace,
 Che cotesto imbarazzo
 Trattiene il goder nostro.
 FLAMINIO
                                                (Ed io ci hò gusto.)
990Più diletta, più piace,
 È più dolce il solazzo
 Quando viene a bistento.
 CORNELIA
                                                ,,È verma io
 FLAMINIO
 ,,Cos’hai, Coruzzo mio?
 CORNELIA
 ,,Hò la voglia di piangere
995,,In pensar, che non giunge il mio diletto.
 FLAMINIO
 ,,No, Cara, non ti frangere
 ,,(Che brutto ceffo!) e credi,
 ,,Che tu sei del mio petto
 ,,Il punzecchio più bello, e più melato:
1000,,Per te da capo a piedi
 ,,(N’è vero niente) io son tutto infiammato.
 CORNELIA
 Ah! che’l Cor mi si straccia.
 L’Alma è tutta dogliosa.
 FLAMINIO
 Vè, che fa la Vecchiaccia!)
1005Non star così piagnosa,
 No, vezzosetta mia.
 CORNELIA
                                      Mi dai parola
 Di spedir presto, presto?
 FLAMINIO
 In un momento.
 CORNELIA
                                 E pensa,
 Ch’è giusta ricompensa al mio tormento.
 FLAMINIO
 
1010Sì, mia gioia
 
 CORNELIA
 
                           Sì mia vita,
 Muso bello
 
 FLAMINIO
 
                       Saporita,
 Fata bella
 
 CORNELIA
 
                     Tu sei quello
 
 FLAMINIO
 
 (Uh! che noja!)
 Tu sei quella
 
 CORNELIA
 
1015Che mi sembri un Amorino
 
 FLAMINIO
 
 Che mi pari Ragazzetta
 
 CORNELIA
 
 Gentilino
 
 FLAMINIO
 
                     Gentiletta
 
 A DUE
 
 Per te in succhio io me ne vo.
 
 CORNELIA
 
 Quegli occhiuzzi
1020Spiritosi
 
 FLAMINIO
 
 Quei labruzzi
 Graziosi
 
 CORNELIA
 
 Fiamme son, che’l Cor m’allumano.
 
 FLAMINIO
 
 Vampe son, che mi consumano.
 
 A DUE
 
1025Vita più, più Cor non hò.
 
 SCENA XI
 
 CAPITAN RODIMARTE, solo.
 
 CAPITANO
 Gnaffe! in Pisa Leonora!
 Chi se’l pensava mai!
 E v’è il fratello ancora! o brutti guai!
 E Riccardo sta duro
1030Con Doralice in testa,
 Né vuol alzare i mazzi; ed è sicuro,
 Che avremo di malanni una tempesta.
 ,,Va ben, se l’indovina.
 ,,E in tanto io non vo’ starne a denti secchi.
1035,,Hò qui la mia Rosina,
 ,,Che assai mi piace, e chi più può, che lecchi.
 
 SCENA XII
 
 ROSINA, di Casa di Cornelia, e’l suddetto.
 
 ROSINA
 O! il mio Signor Bombarda!
 T’hò visto dal Cortile.
 E, per farti una bella riverenza,
1040Hò giocato di scarpe a la gagliarda.
 CAPITANO
 O mia Rosa gentile!
 O bella in quint’essenza! ora più godo,
 Or più cara mi sei,
 Or, che t’impari il modo,
1045Come s’hanno a trattare i pari miei.
 ROSINA
 Mi spiace, ch’io non abbia
 Quell’ossequio maggior, ch’è a te dovuto
 Che ti venghi la scabbia!
 Vè, come si fa gonfio, e pettoruto!
 CAPITANO
1050,,Scherza pur quanto vuoi,
 ,,Che per me già sei cotta.
 ROSINA
 ,,Ah! che ben sento,
 ,,Che uscì dagl’occhi tuoi
 ,,La fiamma, che m’accese in un momento.
1055,,Sì, mio caro gioiello
 ,,Ah, ah, come festeggia!
 ,,Come si pavoneggia! uh! Schifo! uh sporco!
 ,,Vedete com’è bello!
 ,,Uh! faccia di scimmion, grugno di porco.
 CAPITANO
1060Via, via, stiamo su’l serio.
 ROSINA
 Sì, c’hò burlato un poco.
 CAPITANO
                                              Io lo pensai.
 Or il mio desiderio
 Te’l dissi, e tu lo sai.
 ROSINA
 Qual è? presto io mi scordo.
 CAPITANO
1065E’l potesti scordare,
 Ch’io ti vo’ mia?
 ROSINA
 Sì, sì, me ne ricordo.
 (Veggiam, che si può fare.)
 CAPITANO
 Sarà un onor cotesto
1070Da invidiarlo ogni più altera Dama.
 
 SCENA XIII
 
 FLAMINIO, e suddetti.
 
 FLAMINIO
 (Che parlottare è questo!)
 ROSINA
 Certo, che la mia brama
 Sarebbe aver marito.
 FLAMINIO
                                          (Ah! cattivella!)
 CAPITANO
 Dunque, bella Ragazza,
1075Dove sorte più bella
 FLAMINIO
 E afferra ben cotesta sorte, e sguazza!
 ROSINA
 Meschina me!)
 FLAMINIO
                               Via: fuggi barattiere,
 Uomo da mille forche.
 CAPITANO
 A me tal nome?
 FLAMINIO
                                A te, a te, truffiere.
 CAPITANO
1080Corpo a me questo?...e come,
 Rodimarte, che ascolti?
 FLAMINIO
 Il buffar non ti vale,
 Che a me non fan paura i brutti volti.
 A tuoi costumi eguale
1085Mio Nipote rendesti.
 CAPITANO
 Il fei degno di lode.
 ROSINA
 (Che discorsi son questi!)
 FLAMINIO
 Anzi tutto lascivia, e tutto frode;
 E tu viziatella
1090Perdesti la modestia?
 CAPITANO
 C’hai tu da far con quella?
 FLAMINIO
 Via, via, birbone, o vuoi, ch’io salti in bestia?
 Mi fai de l’ingrognata,
 Intristita, che sei?
 CAPITANO
1095Che vuoi tu da costei?
 FLAMINIO
 Via, via, lancia spezzata,
 Schiumaccia de’ poltroni,
 E non ti parti ancora?
 O’ ti do cencinquanta mascelloni?
 CAPITANO
1100Hai ragion, che a quest’ora
 Hò voto non far sangue.
 FLAMINIO
                                              Ah! frappatore!
 Di te deggio far caso?
 Così ti straccio il core,
 Se un poco fai venirmi il sangue al naso.
 CAPITANO
 
1105   Tengo il voto, ch’altrimente,
 Con un soffio, con un fiato,
 Con un occhio d’ira ardente,
 Fulminato,
 Lacerato,
1110Ti farei in polve, in fumo,
 Svolazzar di qua, e di là!
    Ah! che fai? non accostarti,
 Ch’io di sdegno, ardo, ed allumo,
 E non posso incendiarti:
1115Sta lontano, ferma là.
 
 SCENA XIV
 
 FLAMINIO, e ROSINA.
 
 FLAMINIO
 Va via, taglia cantone,
 Che ci vedremo. E ben? hà de l’onesto,
 Mia dolcetta di sale,
 Questa bella azione?
 ROSINA
1120E a voi, che importa questo?
 FLAMINIO
 Un gran morbo, un gran male.
 Non sai, che per me sia?
 ROSINA
 Che mal, che morbo?
 FLAMINIO
                                          E dove
 V’è morbo, e mal peggior di gelosia?
 ROSINA
1125Per me son cose nuove,
 Perché non me n’intendo.
 FLAMINIO
                                                  ,,O! l’innocente!
 ,,Tu ingelosir mi fai,
 ,,E che sia non lo sai?
 ROSINA
                                          ,,Io non so niente.
 FLAMINIO
 ,,Voltati un pocolino:
1130,,Lascia cotanto agrume,
 ,,Mio melato musino.
 ROSINA
                                          O! questa è noja!
 Qui troppo si presume!
 FLAMINIO
 Voltati, e vedi, o gioja,
 Che’l core, che per te spasima, e langue.
 
 SCENA XV
 
 CORNELIA, e li suddetti.
 
 CORNELIA
1135(Che invenzione è questa!)
 FLAMINIO
 Verso da gl’occhi a lagrime di sangue.
 CORNELIA
 (Stiamo un po’ ad ascoltarlo!)
 ROSINA
 (Che tormento di testa!)
 Bisogna lusingarlo)
 CORNELIA
                                      (O! che vegg’io!)
 FLAMINIO
1140Volgimi lieto un occhio;
 Core del corpo mio:
 Te lo priego in ginocchio (s’inginocchia.)
 ROSINA
                                                E via, finite,
 Ch’io v’amo tanto, tanto.
 FLAMINIO
 O labra saporite!
1145E questo è vero?
 ROSINA
                                 È vero.
 FLAMINIO
 O care pene
 CORNELIA
                         Alzati: asciuga il pianto,
 Che tanto, tanto t’ama, e ti vuol bene.
 FLAMINIO
 (Uh! fistolo!)
 ROSINA
                           (O mio duolo!)
 CORNELIA
 Ti par bene, vecchiaccio,
1150Brutto femminacciuolo,
 Indegno, carnalaccio?
 FLAMINIO
                                          (Or te la senti,
 Ch’io la voglio finire.)
 CORNELIA
 Che mastichi fra denti?
 Già t’hò preso al boccone.
 ROSINA
                                                 (Uh! che conquasso!)
 FLAMINIO
1155Orsù la vuoi sentire:
 Dico, che il matrimonio è andato a spasso.
 CORNELIA
 ,,Ah! villan rivestito,
 ,,Brutto morto di fame,
 ,,Pidocchio ingentilito!
1160,,Tu meritavi me, porcaccio, infame?
 FLAMINIO
 ,,Uh! marcita carogna,
 ,,Vecchiezza, brodaiuola! a me dir questo
 ,,Quando saresti tu la mia vergogna?
 CORNELIA
 ,,Ah! vecchio dissonesto
 FLAMINIO
1165,,Vatti mura in un forno.
 CORNELIA
 ,,Matto, vizzo, cisposo,
 ,,Cagnaccio, pecoron, fronte di corno.
 ROSINA
 ,,(Trista me, poveretta!)
 FLAMINIO
 ,,Tu mia sposa? Io tuo sposo?
1170,,O la bella sposetta!
 ,,Cara la mia belloccia!
 CORNELIA
                                            ,,Ah! mascalzone
 FLAMINIO
 ,,Via di qua fattucchiera.
 CORNELIA
 ,,Lava ceci, briccone
 FLAMINIO
 ,,Vedete quanto è cara
1175,,La vaga Colombina!
 CORNELIA
 Va via, zecca canina,
 Va, c’hai da far con me. Queste azioni
 Render saprolle a peso di carboni.
 FLAMINIO
 
    Bassa la voce,
1180Ch’io non ti voglio:
 I patti scioglio,
 E se ti cuoce
 Soffiavi su.
    L’avevi eletto,
1185Signora Bamba,
 Questo visetto,
 Bello, e polito?
 Guarda la gamba!
 Io tuo marito!
1190Non ci vuol più.
 
 SCENA XVI
 
 CORNELIA, e ROSINA.
 
 CORNELIA
 E tu, tu; forfantella
 Fermati qua
 ROSINA
                          Ma io non colpo a niente.
 CORNELIA
 Vorresti uscirmi d’occhio? ah, rubaldella.
 ROSINA
 Ma io sono innocente
 CORNELIA
1195Vien qua ti dico e pure?
 ROSINA
 Che feci?
 CORNELIA
                     E ancor non vieni?
 O vuoi tu, che ti spiani le costure?
 ROSINA
 Voi gran torto mi fate.
 CORNELIA
 Quanta paura tieni.
 ROSINA
1200Sentite la ragione, e poi parlate.
 CORNELIA
 ,,O la mia sempliciotta,
 ,,Che vuol ragione! vedete!
 ,,A che son io ridotta!
 ROSINA
 ,,Voi troppo m’offendete.
 CORNELIA
1205,,Fai tu la iemme, iemme; e di soppiatto
 ,,Mi fai così bel tratto?
 ROSINA
 ,,È inganno: non è vero.
 CORNELIA
 ,,Bella innammoracchiata!
 ROSINA
 ,,Questo è un falso pensiero.
 CORNELIA
1210E’l nieghi ancor? che faccia invetriata!
 ROSINA
 ,,È la sua la tristizia.
 CORNELIA
 ,,E tu gli dai pastura.
 ROSINA
 ,,Il fei senza malizia.
 CORNELIA
 ,,O bene! o l’innocente creatura!
 ROSINA
1215,,Ma egli
 CORNELIA
                   ,,E via finite,
 ,,Ch’io v’amo tanto, tanto!
 ROSINA
 ,,Il dissi ma sentite.
 ,,Fu, perché mi nojava il suo gran pianto.
 CORNELIA
 No, che veggo a chius’occhi,
1220Che sei di solco uscita.
 Che t’è saltato un matto grillo in testa.
 Ma tu non m’infinocchi
 ROSINA
 O questa è saporita!
 CORNELIA
 Ch’io ti farò abbassar bene la cresta
 
1225   Sai, che sono cattiva lanuzza,
 Che’l naso mi puzza:
 Se a segno non stai,
 Son guai
 Per te.
1230   Uh! che dico, che i guai son i miei!
 Ah! cane arrabbiato,
 Ingrato,
 Che sei!
 M’inganni, e perché?
 
 SCENA XVII
 
 ROSINA, sola.
 
 ROSINA
1235Uh! che brutto schiamazzo!
 Povera me! m’ò da guardar la pelle!
 
 SCENA XVIII
 
 CAPITAN RODIMARTE, e la suddetta.
 
 CAPITANO
 Si partì quel vecchiazzo?
 ROSINA
                                                Aimè! tu sei?
 CAPITANO
 Partissi?
 ROSINA
                    È andato via.
 CAPITANO
 Ah! poter delle Stelle!
1240Ah! cospetton del Mondo!
 ROSINA
 Che tanta braveria?
 CAPITANO
                                       Bruggio di sdegno.
 ROSINA
 Stai troppo furibondo!
 CAPITANO
 Dov’è andato? dov’è?
 ROSINA
                                          Cos’è l’impegno?
 CAPITANO
 Presto fallo a me noto.
1245Meco tanti disprezzi!
 Passò l’ora del voto;
 E adesso posso farlo a pezzi, a pezzi.
 ROSINA
 E perché? poverino!
 CAPITANO
 A me? a Bombarda? ad un mio par far torto!
 ROSINA
1250Frena l’ira un tantino.
 CAPITANO
 No’l posso far: non occorr’altro; è morto.
 ROSINA
 
    Ah! non l’uccidere,
 Non vo’, che’l tocchi,
 Per carità.
1255   Che vanti sciocchi!
 Tu mi fai ridere,
 Che li vuoi far!
    Non v’è pericolo,
 Non morirà.
1260   Tu sei ridicolo,
 Ti fai burlar.
 
 CAPITANO
 In ogni modo, o bella,
 M’alletti, e mi dai gusto.
 ROSINA
 Va via, ch’io poverella,
1265Hò avuto, poco prima un gran disgusto.
 CAPITANO
 Come! da chi? palesa:
 Chi abbiamo d’ammazzar: questa è la spada.
 ROSINA
 Ebbi certa contesa,
 Con la Padrona mia.
 CAPITANO
1270Sia chi si sia: che trucidata cada.
 ROSINA
 Io ti vorrei più sodo:
 Hai tu chiacchiere assai.
 CAPITANO
                                               Ma fatti ancora.
 Or senti: hò pronto il modo,
 Se vuoi farti Signora.
 ROSINA
                                          E come mai?
 CAPITANO
1275Se meco tu verrai,
 Vedresti in Lucca, ove hò tesori immensi,
 Che sia l’esser mia sposa;
 E sarai Dama quando meno il pensi.
 ROSINA
 Piano, che a questa cosa
1280S’hà da pensar ben bene.
 CAPITANO
                                                 E qual pensiero?
 Non ti dissi poc’anzi,
 Che posso conquistarti il Mondo intero?
 ROSINA
 Tu soverchio t’avanzi;
 E queste tue carote
1285Mi pongono in sospetto.
 Rosina ben intese
 Ciò, che’l vecchio parlò di suo Nipote.
 CAPITANO
 Eh! quegli è un giovanetto,
 Che lo tengo a mie spese; ed hà l’onore
1290D’esser mio confidente, e servidore.
 ROSINA
 O bene: adagio un poco,
 Ch’io vo’ pensarci.
 CAPITANO
                                     Eh! via!
 Non è cosa da gioco
 Così bella ventura.
1295Già ti tengo per mia;
 E puoi porti d’adesso in positura.
 
 Or via dameggia,
 Lascia, ch’io veggia
 Se lo sai far.
 
 ROSINA
 
1300La Dama e questa
 Grave, ed onesta;
 Che te ne par?
 
 CAPITANO
 
 O mia vezzosa!
 
 ROSINA
 
 Ti do all’umore?
1305Che dici adesso,
 So dameggiar?
 
 CAPITANO
 
 Più bella cosa
 Non si può dar.
 Da gran Signore
1310Gonfio, e fumante,
 Io vado avante.
 
 ROSINA
 
 Con bizzarria,
 Che fasti spande,
 Ti vengo appresso.
 
 CAPITANO
 
1315O cara mia
 
 ROSINA
 
 Taci scioccone.
 Vuol far da grande
 Lo scimmione.
 
 CAPITANO
 
 O mia bellina
1320Mi vuoi trafiggere,
 Tu vuoi scherzar.
 
 ROSINA
 
 Vatti infarina,
 E fatti friggere,
 Più non parlar.
 
 SCENA XIX
 
 Riccardo, solo.
 
 RICCARDO
1325Sì, Riccardo, del Zio
 È pur forte l’impegno.
 E può del tuo desio
 Render vano il disegno. All’arte, o Core:
 Doralice s’alletti,
1330Con lusinghiero amore;
 E a la fuga s’affretti
 
 SCENA XX
 
 LEONORA, di Casa di Cornelia, e’l Suddetto.
 
 LEONORA
 (Ecco l’ingrato!)
 RICCARDO
                                 (So, che n’avrà diletto.)
 LEONORA
 Riccardo amato
 RICCARDO
                                (O incontro maledetto!)
 LEONORA
 Benché l’aspro mio duolo
1335Sia lo sdegno, e l’amor verso un rubello;
 Lascio lo sdegno, e solo
 Con la lingua d’Amore a te favello.
 RICCARDO
 So, che vuoi dir
 LEONORA
                                Deh! senti
 RICCARDO
 Rammentarmi potrai
 LEONORA
1340Sì, vo’, che ti rammenti
 Quanto feci per te, quanto t’amai.
 RICCARDO
 ,,Rammentarlo, che giova,
 ,,Se impresso nel mio seno
 ,,Quell’amor, quel desio più non si trova?
 LEONORA
1345,,Lascia, ch’io sfoghi almeno
 ,,Il mio tormento atroce:
 ,,Lascia, ch’io dica quanto
 ,,Il cor mi detta; e se non può la voce,
 ,,Parleranno i sospiri, il duolo, e’l pianto.
 RICCARDO
1350Parla pur ch’io t’ascolto;
 Ma son le tue querele
 Scongiuri a un tronco, a un sasso: il laccio è sciolto.
 LEONORA
 Rammentati, crudele,
 Che semplice Donzella
1355Lusinghiero allettasti:
 Rammenta ch’io son quella,
 Ch’al tuo voler, ch’al tuo desio tirasti.
 Quella son, che, costante,
 Sacrai a un finto amor, sincero amore:
1360Quella son io, che, amante,
 Il Cor ti diedi: e poi, che più? l’onore.
 E quella son, ch’a la tua fé mentita
 Sto in punto di sacrare anche la vita.
 RICCARDO
 Leonora; il pianto affrena,
1365Che solo accresce il tuo dolor.
 LEONORA
                                                       Né arriva
 A muoverti a pietà la mia gran pena?
 RICCARDO
 A tuo destin, a mio destin s’ascriva.
 LEONORA
 Almen, tiranno, togli
 Il vanto di mia morte al mio Germano:
1370Da me l’Alma tu sciogli:
 Al mio sen di tua mano il colpo avventa,
 Per toglier da gl’affanni un infelice;
 Ch’io bacierò contenta
 La mano feritrice:
1375Bacierò il ferro; e perché belle, e vaghe
 Saran le piaghe, io bacierò le piaghe.
 ,,Sì, te ne prego.
 RICCARDO
                                 ,,Eh! taci,
 ,,Che son troppo nojosi i detti tuoi.
 LEONORA
 ,,Con modi così audaci
1380,,Empio trattar mi puoi?
 RICCARDO
                                                ,,Volli, volesti.
 ,,Fu mio, fu tuo piacere;
 ,,Or più non voglio, è libero il volere.
 LEONORA
 ,,E la fé, che mi desti?
 RICCARDO
 ,,Che fede! ov’è la fede?
1385,,Fu mera bizzarria.
 LEONORA
                                       ,,Barbaro indegno,
 ,,E questa è la mercede,
 ,,Che rendi all’amor mio? deh! fa, ch’io cada
 ,,Vittima del tuo sdegno:
 ,,Opra pur quella spada:
1390,,Trapassa il cor di chi morir desia,
 ,,Che, benché un empio sei,
 ,,Sarà pur tua pietà la morte mia.
 ,,Seconda i voti miei:
 ,,Al tuo novello amor togli l’impaccio;
1395,,Che pur sarà mia sorte;
 ,,Perchè tu goda a Doralice in braccio;
 ,,Che compri il tuo goder con la mia morte.
 RICCARDO
 Finisti: hai più, che dire?
 T’intesi; or che pretendi?
 LEONORA
                                                 E ancor sì duro,
1400Il mio duol puoi soffrire,
 Scelerato, spergiuro? ah no, ch’io voglio
 Viver per tuo tormento;
 E’l mio grave cordoglio
 Cangio in furia d’orrore,
1405Perché sia tuo spavento;
 Perché sia mia vendetta, infido Core.
 
    Chiamerò, per tuo tormento,
 Degli Dei l’ira più atroce
 No, mia vita, che feroce
1410Ti minaccio, e poi mi pento,
 Che pur t’amo,
 Mio ti bramo,
 Benché infido, e traditor.
    No, crudele,
1415No, infedele,
 Che ti vuole essanimato,
 Lacerato
 Il ben giusto mio furor.
 
 SCENA XXI
 
 RICCARDO, solo.
 
 RICCARDO
 So, che son crudo, e fiero;
1420Ma del mio genio è nobile vaghezza;
 Di bellezza, in bellezza,
 Cangiar sempre pensiero.
 
 SCENA XXII
 
 DORALICE, di Casa di Cornelia, e’l suddetto.
 
 DORALICE
 È qui, Riccardo mio?
 RICCARDO
 Sì, cara, sì, mia bella,
1425Che qui per te son io,
 Che tu mia luce sei tu la mia Stella.
 DORALICE
 Anzi negl’occhi tuoi,
 Occhi belli, e ridenti,
 Contemplo le mie gioje e i miei contenti.
 RICCARDO
1430No, che tu sola puoi,
 Al dolce sfavillar di tua bellezza,
 Empirmi il cor d’amabile dolcezza.
 E per darti un bel segno
 Del mio fedel, del mio costante amore;
1435Ti svelo un bel disegno,
 Per far lieto il mio cor, lieto il tuo core.
 DORALICE
 Ciò, che da te dipenda,
 Tutto è letizia mia, tutto m’è grato.
 RICCARDO
 Mio Zio par, che si renda
1440A i sogni di Leonora; onde turbato
 Mi sgrida a torto, e temo,
 Ch’ei turbi i nostri amori; ond’io pensai
 Dar estremo rimedio a un male estremo.
 DORALICE
 E che faremo mai?
 RICCARDO
1445Fuggir di Pisa.
 DORALICE
                              E dove?
 RICCARDO
 Dove sarai mia sposa.
 DORALICE
                                           Il mio volere
 Da te, caro, si muove;
 E trovo il mio piacer nel tuo piacere.
 RICCARDO
 Amor ci sarà scorta.
 DORALICE
1450Ma come? quando?
 RICCARDO
                                       In farsi l’Aria bruna,
 Verrò dall’altra porta;
 Ed andremo a goder bella fortuna.
 DORALICE
 T’attendo, o mio diletto.
 RICCARDO
 Verrò, cara mia vita.
 DORALICE
1455Sì, core del mio petto.
 RICCARDO
 A dolci godimenti Amor c’invita.
 Sì, che tutta d’Amor la dolcezza.
 
    Gradita
 Mia vita,
1460Tua rara bellezza
 Goder mi farà.
    Se il più dolce, che Amore diffonde,
 In te si nasconde,
 Mia vaga beltà.
 
 SCENA XXIII
 
 DORALICE, sola.
 
 DORALICE
1465O pene fortunate!
 O fortunati miei pianti, e sospiri!
 Fortunati martiri
 Se a goder mi guidate! o me felice!
 Quanto ma Erminio vien.
 
 SCENA XXIV
 
 ERMINIO, e la suddetta.
 
 ERMINIO
                                                  (Qui Doralice?)
 DORALICE
1470(Parto.)
 ERMINIO
                  Deh! ferma, o cruda:
 Fermati, o Cor di sasso;
 Alma di fede, Alma d’Amore ignuda.
 DORALICE
 Ecco, ch’io fermo il passo,
 Per sentir, che si chiede
1475Da chi è nuda d’amor, nuda di fede.
 ERMINIO
 Dici, che chieggio? ingrata!
 Da me saper lo vuoi?
 Chiedilo dispietata,
 Chiedilo un poco a i mancamenti tuoi.
 DORALICE
1480E tu chiedi a te stesso,
 Se lice esser molesto, esser nojoso.
 A chi nel core hà impresso
 Altro amor, altra fede, ed altro sposo.
 ERMINIO
 ,,Altro sposo? l’avrai
1485,,Quando morto io sarò, ma intanto, o bella,
 ,,Concedermi dovrai,
 ,,Ch’io ti chiami rubella
 ,,A la fede, a l’amor: T’amai, m’amasti:
 ,,Ti diedi l’Alma, e’l Core;
1490,,E poi m’abbandonasti!
 DORALICE
 ,,Dunque non sai, c’hà il suo destino Amore?
 ERMINIO
 Deh! per pietade, o Cara,
 Pensa a la pena mia, che per te sento:
 Pensa, ch’è troppo amara
1495La doglia del mio cor, crudo il tormento.
 DORALICE
 E tu pensa, che sei
 Importuno, arrogante.
 ERMINIO
 Dunque de’ mali miei
 Non hai pietà?
 DORALICE
                              Son di Riccardo amante.
 ERMINIO
1500Riccardo è di Leonora,
 A cui deve l’onore.
 DORALICE
                                     Inganno è questo.
 ERMINIO
 Né men lo credi ancora?
 DORALICE
 Creder no’l posso.
 ERMINIO
                                    Il vederai: ben presto.
 O suo sposo, o punito
1505Sarà dal ferro mio: non sarà mai,
 Ch’egli sia tuo marito;
 E tu il mio ben, la sposa mia sarai.
 
    Per quell’impuro, indegno,
 Che mi rapì l’onor,
1510Avrò tutto lo sdegno:
 Per te tutto l’amor.
 Dolce mio bene.
    E spera il mio desio,
 Che in te, bell’Idol mio,
1515Io tempri il mio dolor,
 Tempri le pene.
 
 SCENA XXV
 
 DORALICE, sola.
 
 DORALICE
 ,,Reo Riccardo, il mio ben? no’l credo mai:
 ,,Che se ciò fusse vero,
 ,,Tanto lo sdegnerei, quanto l’amai.
1520,,Un pietoso pensiero
 ,,Mi ricorda d’Erminio il forte amore;
 ,,Ma più forte, e tenace,
 ,,Riccardo mio, sta nel pensier, nel Core:
 Sì, che certa son io,
1525Che l’accusa è mendace:
 E perché all’Idol mio
 D’Erminio il gran furor non sia molesto,
 A la fuga m’appresto. Arridi, o Fato,
 Al bel desio d’un Core innamorato.
 
1530   Deh! vieni, t’affretta,
 O Notte diletta,
 Per farmi, tra l’ombre,
 Godere il mio Sol.
    Consolami, o Amore,
1535Fa tu, ch’il mio Core
 Disgombre
 Il suo duol.
 
 SCENA XXVI
 
 FLAMINIO, solo.
 
 FLAMINIO
 Sta lo spirto in tempesta!
 Ho tre malanni in testa,
1540Per Riccardo, Cornelia, e per Rosina!
 Quello niega l’errore:
 Quell’altra fa ruina:
 Ma il malanno maggiore
 È Rosina mia bella.
 
 SCENA XXVII
 
 ROSINA, di Casa di Cornelia; e’l suddette.
 
 ROSINA
1545(È bisogno fuggire.)
 FLAMINIO
 (Per lei O! vella! vella!)
 ROSINA
 (Più questa Vecchia non si può soffrire.)
 FLAMINIO
 Bella mia saporosa
 ROSINA
 E pur questa pazzia?
 FLAMINIO
1550No, pupa graziosa.
 ROSINA
 ,,E pur queste canzoni?
 FLAMINIO
 ,,Credi, vaguccia mia,
 ,,C’hò per te marcio il fegato, e i pulmoni.
 ROSINA
 Ma questa tiritera
1555Hà da finir mai più?
 FLAMINIO
 Deh! senti un poco.
 Non far la brutta cera
 ROSINA
 Io per voi sono stata in mezzo al foco:
 C’ebbi a lasciar lo straccio.
 FLAMINIO
1560Cara, ma tu non pensi,
 Ch’io per te sono stato in mezo al giaccio?
 La gelosia
 ROSINA
                      E pure!
 Questo a voi non conviensi.
 FLAMINIO
 Senti: le tue sventure
1565Saran per te gioje, grandezze, e fasti,
 Se m’ami, e mi vuoi bene.
 ROSINA
 Eh! via, non più, ch’avete i sensi guasti.
 Ditel voi se conviene:
 Voi sete arcivecchione,
1570Più vecchio assai del Cucco:
 Sembrate un mascherone,
 Che sia fatto di stucco: e pretendete
 Ruzzar con una tenera Zitella!
 Vergogna! non vedete,
1575Che avete voi bisogno di puntella?
 
    Vi par, che siate robba
 Di far l’innammorato?
 Avete voi la gobba:
 La testa vi farnetica:
1580Che più! siete sciancato:
 Patite voi d’artetica,
 Chi mai vi vuole amar?
    Si dà cosa più sciocca?
 Vi colano le bave;
1585E par la vostra bocca
 Che sia piena di fave!
 Più laido, più lipposo,
 Più sconcio, più schifoso,
 E dove si può dar?
 
 FLAMINIO
1590Dinne quanta ne vuoi,
 Graziosetta mia, che più mi piaci;
 E i dolci scherzi tuoi
 Sono al mio cor nuove saette, e faci.
 ROSINA
 Caro il mio Garzoncino,
1595Che patisce in amor tante disdette!
 Aiuto al poverino,
 Che sta pieno di faci, e di saette!
 FLAMINIO
 Non più scherzi, mio core.
 Ch’al mio amor non si denno.
 ROSINA
1600Scherzo? voi fate errore,
 Ch’io fo con tutto il senno.
 FLAMINIO
 No, mio dolce conforto,
 Se tu non m’amerai,
 Tu prima mi vedrai
1605Sepellito, che morto.
 ROSINA
 E non volete poi,
 Ch’io mi burli di voi?
 No, mio dolce conforto;
 Se tu non m’amerai, (lo contrafà.)
1610Tu prima mi vedrai
 Sepellito, che morto. Ah, ah, che gusto!
 Che dite voi? v’hò contrafatto giusto;
 FLAMINIO
 
 Tu troppo mi sferzi:
 Vuoi farmi crepare?
 
 ROSINA
 
1615Il Ciel me ne guardi!
 Volete burlare?
 
 FLAMINIO
 
 Deh! lascia gli scherzi.
 
 ROSINA
 
 Vuol tutt’i riguardi
 La vostra vecchiaja.
 
 FLAMINIO
 
1620Non più questa baja,
 Melata boccuccia,
 Mia dolce animuccia.
 
 ROSINA
 
 Non più questa baja,
 Melata boccuccia, (lo contrafà.)
1625Mia dolce animuccia.
 
 FLAMINIO
 
 Non più, ch’io mi scanno:
 Pietade non v’è?
 
 ROSINA
 
 Lasciate l’affanno
 N’è niente, cos’è?
 
 FLAMINIO
 
1630Che dici hai finito?
 
 ROSINA
 
 Finitela voi,
 Che troppo attrivito
 Trattate con me.
 
 FLAMINIO
 
 Sprezzarmi tu puoi?
1635Mia Cara, e perché!
 
 SCENA XXVIII
 
 RICCARDO, solo.
 
 RICCARDO
 Hò il cor troppo inquieto:
 O quanto trascurai!
 Dissi la fuga, e dirle, che’l segreto
 Non fidasse ad alcuno, io non pensai!
1640Pria, che l’error commetta,
 Avvisar la vorrei
 
 SCENA XXIX
 
 ERMINIO, e’l Suddetto.
 
 ERMINIO
                                 (In braccio a la vendetta
 Son tutti i sensi miei.)
 RICCARDO
 (Ma ella è ben’accorta.)
 
 SCENA XXX
 
 LEONORA, dalla porta di dietro della Casa di Cornelia, e li suddetti.
 
 LEONORA
                                             (Ah! che vegg’io!)
 Riccardo è qui!
 ERMINIO
1645(Ma qui è lo scelerato!)
 
 SCENA XXXI
 
 DORALICE, di Casa di Cornelia, e li suddetti.
 
 DORALICE
 (È qui Riccardo mio!)
 LEONORA
 (È’l Fratello in aguato!)
 RICCARDO
 (Bella notte t’appresta)
 DORALICE
 (E Erminio ancor!)
 RICCARDO
                                      (Per consolarmi il Core.)
 ERMINIO
1650Sì: mora a tradimento un traditore. (va per darli.)
 LEONORA
 Deh! ferma.
 RICCARDO
                          Chi m’assale?
 DORALICE
                                                      Il braccio arresta.
 ERMINIO
 Ah! sorella malnata!
 Chi ci offese difendi?
 RICCARDO
                                          A tuo dispetto
 Saprà la destra armata (va per cavar la spada.)
 LEONORA
                                             Ah! no, t’affrena. (A Riccardo.)
 DORALICE
1655Tempra i furori tuoi. (Ad Erminio.)
 LEONORA
 Passa pria questo petto.
 DORALICE
 Pria questo cor mi svena. (ad Erminio.)
 ERMINIO
 Ah! ingrata; e vuoi
 Salvo il tuo Amante, e’l mio Rival? (A Doralice.)
 LEONORA
                                                                  Oh Dio!
 RICCARDO
1660Morrai per questa mano. (vuol di nuovo cavar la spada.)
 LEONORA
                                                 Ah! no: fermate:
 La rea sola son io,
 Teco di troppo amore (a Riccardo.)
 Teco d’offeso onore: in me svenate (ad Erminio.)
 Con ben giusta ragione
1665La colpa mia, ch’è d’ogni mal cagione.
 ERMINIO
 Sacrerò quell’impuro
 A l’onore, a l’Amor.
 LEONORA
                                      Ferma, che fai?
 RICCARDO
 Tue minacce non curo.
 DORALICE
 Deh! per l’amor, l’affetto,
1670Che per mè avesti, ed hai, (Ad Erminio.)
 Tempra il furor.
 ERMINIO
                                 Spietata:
 Uop’è, ch’io t’ubbidisca a mio dispetto;
 Ma d’un Alma irritata
 Vedrai l’ira, che fa: cadrai punito.
 RICCARDO
1675Non teme le tue furie un core ardito.
 ERMINIO
 
 Bella (A Doralice.)
 
 DORALICE
 
              Taci. (Ad Erminio.)
 
 LEONORA
 
 Mio Caro (A Riccardo.)
 
 RICCARDO
 
                     T’accheta. (A Leonora.)
 
 DORALICE
 
 Che speri? (Ad Erminio.)
 
 RICCARDO
 
                       Che chiedi? (A Leonora.)
 
 ERMINIO
 
 Che pensi (A Doralice.)
 
 LEONORA
 
                      Che vedi (A Riccardo.)
 
 ERMINIO
 
1680Al duolo (A Doralice.)
 
 LEONORA
 
                    Il tormento (A Riccardo.)
 
 ERMINIO (A Doralice.)
 - LEONORA (A Riccardo.)
 
 Che soffre il mio Cor.
 
 DORALICE
 
 Non odo (Ad Erminio.)
 
 RICCARDO
 
                    Non sento (A Leonora.)
 
 DORALICE (Ad Erminio.)
  - RICCARDO (A Leonora.)
 
 È d’altri il mio Cor.
 
 ERMINIO
 
 (Cieli!)
 
 LEONORA
 
                 (Stelle!)
 
 RICCARDO
 
1685(Che affanno!)
 
 DORALICE
 
                              (Che pena!)
 
 ERMINIO
 
 Deh! tempra (A Doralice.)
 
 LEONORA
 
                            Deh! frena (A Riccardo.)
 
 ERMINIO (A Doralice.)
 - LEONORA (A Riccardo.)
 
 Sì crudo rigor.
 È degno.
 
 RICCARDO (A Leonora.)
  - DORALICE (Ad Erminio.)
 
                    L’impegno
 Di tanto rigor.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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