Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Il trionfo dell'onore, Benevento, A spese dell'Appaldatore, 1718
 a cura di Francesco Cotticelli
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 RICCARDO, e CAPITAN RODIMARTE.
 
 RICCARDO
 Già siamo in salvo.
 CAPITANO
                                      Ah! Cani!
 Questo ad un Uom il più temuto, e forte?
 Gli potea, con le mani,
 Squartar così; ma rispettai la Corte.
 RICCARDO
5Hai tu ben risoluto:
 Più star non si potea chiusi in quel loco.
 CAPITANO
 Se aveste voi voluto,
 Avrei mandato Lucca à sangue, e à foco.
 RICCARDO
 Or già liberi siamo:
10È svanito il timore.
 CAPITANO
                                      A gusto vostro,
 Girando andar possiamo,
 Per goder de le Donne all’uso nostro.
 RICCARDO
 Questo è’l vero contento,
 Questo farsi conviene:
15Più dolce godimento
 Non v’è di questo.
 CAPITANO
                                    È ver: dici assai bene
 RICCARDO
 ,,Questo è’l diletto immenso,
 ,,Che rende lieto un core:
 ,,Cercar servire al senso;
20,,Finger l’amante, e non sentire amore.
 CAPITANO
 ,,Viva, e viva mill’anni
 ,,Così nobil pensiero!
 ,,L’Uom vagante, e leggiero,
 ,,Ch’usa frodi, ed inganni,
25,,Di trattar con le Donne acquista i modi,
 ,,Che tutte piene son d’inganni, e frodi.
 RICCARDO
 Sallo in Lucca Leonora,
 Che fu del mio piacer meta felice;
 E lo saprebbe ancora
30La bella Doralice;
 Ma tu sai qual impegno
 S’oppose, in quella notte, al bel disegno.
 CAPITANO
 So, che fu duro, e forte.
 ,,Quanto di genio eguali
35,,Ci fe’ Natura, e ci accoppiò la sorte!
 RICCARDO
 ,,Sempre starem contenti;
 ,,E lieti, e geniali,
 ,,A bel piacere intenti,
 ,,Andremo ogn’or vagando. Al vagabondo,
40,,C’hà disio di godere,
 ,,Tutto è piacer, tutto è delizia il Mondo.
 CAPITANO
 ,,Bellissimo parere!
 ,,Non v’è gusto più grato.
 RICCARDO
 Di Flaminio mio Zio,
45Ecco l’Albergo.
 CAPITANO
                              A noi.
 Sta ben su’l concertato;
 Ma falla da maestro.
 RICCARDO
                                        È pensier mio.
 CAPITANO
 Già i miei sensi intendesti:
 Cerca quanto più puoi;
50E pensa, che di questi
 Bisogna averne assai. La borsa grave (Fa segno di danari colle mani.)
 Per aprir ogni porta,
 È la più bella, e più sicura chiave.
 RICCARDO
 Lodo i consigli tuoi:
55So, che questo più importa.
 CAPITANO
 E per apprender poi
 Valor, e bizzarria, grandezze, e fasti,
 Rodimarte vien teco, e tanto basti.
 
 SCENA II
 
 FLAMINIO, di Casa, e suddetti.
 
 FLAMINIO
 (Attente a quel che fate,
60Ch’or ora io torno in Casa.)
 RICCARDO
                                                    Eccolo appunto.
 FLAMINIO
 (L’altra porta serrate)
 RICCARDO
 O amato Signor Zio!
 FLAMINIO
 O Riccardo! tu sei? caro sei giunto.
 CAPITANO
 Vostro servo ancor’io.
 FLAMINIO
65Addio buon Uom.
 RICCARDO
                                    Fidato
 Al vostro amor qui venni; e quanto io bramo
 So che vi sarà grato;
 In Casa ve’l dirò.
 FLAMINIO
                                  Venite: andiamo.
 RICCARDO
 
    Or sentirete,
70Che chiede il mio
 Nobil desio,
 Desio di gloria,
 Desio d’onor.
    So, che vorrete,
75Lieto, e giocondo,
 Ch’io lasci al Mondo
 Bella memoria
 Del mio valor.
 
 SCENA III
 
 LEONORA, sola.
 
 LEONORA
 
 Mio destin, fiero, e spietato:
80Troppo dura
 Mia sventura;
 Empio Fato,
 Ingiusto Amor.
 Voi volete
 
85Ah! che dico?
 In van di voi mi lagno:
 Il troppo creder mio fu il mio nimico.
 Ben di lagrime bagno
 Le gote, e’l petto: e ben mi squarcia il core
90Il ben giusto rimorso
 Dell’error, che commisi: ah! mio rossore!
 Aimè!... Cieli soccorso
 Manca l’Alma nel seno
 Perdon gl’occhi la luce io vengo meno. (sviene sopra un poggetto sotto la Casa di Cornelia.)
 
 SCENA IV
 
 CORNELIA, dal Balcone, e la suddetta svenuta.
 
 CORNELIA
95Non esci ancor? che fai?
 Rosina
 
 SCENA V
 
 ROSINA, dalla porta di Casa di Cornelia; e le suddette.
 
 ROSINA
                Eccomi lesta.
 CORNELIA
 Vedi quanto trattiene!
 ROSINA
 (Uh! che cosa molesta!)
 CORNELIA
 Senti, e ancor gli dirai,
100C’hò desio di vederlo.
 ROSINA
                                          Hò inteso bene.
 CORNELIA
 Uh! che veggio! chi è quella? (si accorge di Leonora svenuta.)
 È morta la meschina!
 ROSINA
 Che pietate! ed è bella!
 È Donna forastiera. Uh! poverina!
 CORNELIA
105Chi sa, che l’è successo!
 ROSINA
 Io credo, che sia stato
 Svenimento di core.
 CORNELIA
 Vedi: soccorri tu; ch’io calo adesso. (se n’entra.)
 
 SCENA VI
 
 ROSINA, e LEONORA.
 
 ROSINA
 Signora Uh! che peccato!
110Uh! che brutto colore!
 Che labra smorte hà fatte.
 Su fate core: a voi
 E scuotila se puoi;
 Ma sento, che pian piano il cor le batte.
 
 SCENA VII
 
 CORNELIA, di Casa, e le Suddette.
 
 CORNELIA
115Ancor non si risente?
 ROSINA
 Come un sasso sta dura.
 L’ho scossa un pezzo, e non ne vuol far niente.
 CORNELIA
 Che pietà! che sventura!
 Questo balsamo è tale,
120Che può recarle aita.
 ROSINA
 Già si va risentendo: o manco male!
 LEONORA
 Chi mi ritorna in vita:
 E vivo, e spiro ancora!
 CORNELIA
 Animo, figlia mia.
 ROSINA
125Il balsamo fu buono.
 LEONORA
 Chi siete voi signora?
 CORNELIA
 Chi’l tuo bene desia: e tu chi sei?
 LEONORA
 O Dio! straniera io sono,
 E i duri casi miei son aspri tanto,
130Che ponno far pietoso
 Un cor di pietra, e liquefarlo in pianto.
 CORNELIA
 Non più; vieni al riposo.
 ROSINA
 Appoggiatevi a me.
 CORNELIA
                                      Sta pur serena:
 Sfoga meco i tuoi guai;
135E credi pur, che piena
 Di pietade, e d’amor mi troverai.
 LEONORA
 
    Or ch’un amor si bello
 Trovo nel vostro petto,
 Sento, che cangia aspetto
140Il mio dolore.
    E’l Fato, men rubello,
 Spero, che doni calma
 A l’Alma
 E al core.
 
 ROSINA
145Suda la poveretta!
 CORNELIA
 Lasciala in cura mia;
 E va dove ti dissi.
 ROSINA
                                   Or vado in fretta.
 
 SCENA VIII
 
 ROSINA, sola.
 
 ROSINA
 Chi sa questa chi sia,
 E che malanni hà sotto; Io vo credendo,
150Che l’imbroglio, è d’amore
 Basta. Andremo sentendo.
 Gatta ci cova.
 
 SCENA IX
 
 FLAMINIO, di Casa, e la suddetta.
 
 FLAMINIO
                            (O! l’è pur buona questa!
 Con la gloria, e l’onore,
 Vuol votarmi la borsa!
155Non so, che guerra l’è saltata in testa!)
 ROSINA
 (Or facciamo una corsa,
 Per servir la Padrona)
 FLAMINIO
                                           O! mia Rosina,
 Belle guancie di Rose.
 ROSINA
 Via; che v’hò da parlar.
 FLAMINIO
                                             Sì, mia carina.
 ROSINA
160E sempre queste cose;
 Voi mi scandalizate!
 FLAMINIO
                                        Ah no, mia bella,
 Di Zucchero, e cannella,
 Che io
 ROSINA
                Quante parole!
 FLAMINIO
 Che io per te, mio bene;
165Già me ne vado in acqua di viole.
 ROSINA
 Eh! via, che non conviene!
 La Padrona vi manda
 Cento mila saluti
 FLAMINIO
                                  Eh! Stiamo a noi:
 Lascia questo di banda.
 ROSINA
170Eh! che burlate voi.
 FLAMINIO
 No, dolce mio diletto
 ROSINA
 Questo è contro il dovere.
 FLAMINIO
 No, giglio mio fiorito,
 Che per te nel mio petto
175Hò le viscere cotte, anzi biscotte.
 ROSINA
 (Che noia.) E vuol sapere,
 Se avete ben dormito
 Nella passata Notte.
 FLAMINIO
 ,,Che sonno! io non hò posa;
180,,Sto sempre fra le spine, urlo, schiamazzo,
 ,,Per te, bocca amorosa.
 ROSINA
 ,,E pur questo tintinno? (uh! com’è pazzo!)
 FLAMINIO
 ,,Non ti piaccia, ch’io mora:
 ,,Vedi, che son distrutto.
 ROSINA
185E pur? M’hà detto ancora,
 C’hà detto di vedervi; e questo è tutto.
 FLAMINIO
 Sì, l’hò inteso; ma io
 ROSINA
 O! che tormento è questo!
 FLAMINIO
 Gioia, Spirito mio
 ROSINA
190Stupefatta io ne resto!
 Dovete a la Padrona esser marito;
 E date in questo eccesso?
 FLAMINIO
 No, muso saporito
 Senti se m’ami
 ROSINA
                               Eh! via: ch’è troppo adesso!
195Che dirò a la Padrona?
 FLAMINIO
 ,,E tu, che dici a me?
 ROSINA
                                         ,,Uh! che seccaggine!
 ,,O questa si, ch’è buona!
 FLAMINIO
 ,,Non torcer quel bel muso:
 ,,Senti, che ti vo dire
 ROSINA
                                         ,,Uh! che scempiaggine!
200,,Ora sì, che v’accuso.
 FLAMINIO
                                         ,,Ah, no, no’l fare.
 ROSINA
 ,,Ci vorrebbe con voi.
 FLAMINIO
 Dille, che mi son care
 Le sue finezze, e ci vedremo poi.
 ROSINA
 O ben.
 FLAMINIO
                Ma tu
 ROSINA
                              Torniamo!
205Aimè! Che cosa sozza!
 FLAMINIO
 Senti questo
 ROSINA
                          Sentiamo.
 FLAMINIO
 Senti, mia vita, un’altra parolozza.
 
    Con quegl’occhi ladroncelli
 Negri, e belli
210Questo core mi rubbasti;
 E nel petto mi scagliasti
 Dardi, e foco in quantità.
    Di ferite n’hò un diluvio;
 E di fiamme n’hò un Vesuvio,
215Che mi fan gridar: pietà.
 
 SCENA X
 
 ROSINA, sola.
 
 ROSINA
 Per me son fuor de’ panni!
 Che Cornacchion, che pazzo sbarellato!
 Sta pieno di malanni;
 E fa l’intabaccato
220Con una Ragazzetta gentilina;
 Vaguccia, manierosa, e tenerina!
 V’è pazzo più di lui?
 
 SCENA XI
 
 ERMINIO, e la Suddetta.
 
 ERMINIO
 (Si bene, in quella stalla
 Poni la mia Cavalla.)
 ROSINA
225(Si dà smorfia più bella! o! chi è costui?
 Che nobil garzoncino!)
 ERMINIO
 (Sappila ben trattare.)
 ROSINA
 (Che leggiadro visino!
 Da questo sì non mi farei pregare;
230Ma per esser sua sposa.)
 ERMINIO
 (Chi è questa Donzella!)
 ROSINA
 (Uh! che vano pensiero!)
 ERMINIO
 Pulita, e spiritosa ella si mostra!)
 Dimmi Ragazza bella
 ROSINA
235Bella mo’!
 ERMINIO
                      Dico il vero.
 ROSINA
                                              È grazia vostra.
 ERMINIO
 Il tuo merto n’è degno.
 ROSINA
 Voi di Pisa non siete.
 ERMINIO
 Di Lucca io sono; e da Livorno io vegno.
 ROSINA
 M’è caro; e che volete?
 ERMINIO
240Intanto, che qui resto,
 Vorrei trovar Albergo al mio riposo.
 ROSINA
 E niente altro di questo?
 ERMINIO
 No, gentiletta mia.
 ROSINA
 ,,(Quant’è amoroso!)
 ERMINIO
                                         ,,Può trovarsi?
 ROSINA
                                                                      ,,Io vorrei
245,,Un Palazzo Regale,
 ,,Al vostro merto eguale
 ERMINIO
 ,,M’è grato assai l’affetto.
 ROSINA
 ,,Che albergo vi darei (anco nel petto.)
 ,,Ma mi spiace in estremo
250,,Che mi si nieghi il farlo.
 ERMINIO
 O mia garbata! E qui lo troveremo?
 ROSINA
 Sì, potete trovarlo.
 ERMINIO
 Dove?
 ROSINA
                A piè di quel Poggio
 Avrete un buono Alloggio.
 ERMINIO
                                                  Al tuo favore
255Obbligata mi chiamo.
 ROSINA
 Tanto servirvi bramo,
 Che servirvi vorrei col proprio core.
 
    Avete nel volto,
 Ch’è molto
260Vivace,
 Sì dolce attrattiva,
 Ch’arriva
 Che piace
 Che basta così.
265   Più dirvi vorrei;
 Ma dirlo non vo’;
 Che dirvi saprei;
 Ma dirlo non so
 Vi basti fin qui.
 
 SCENA XII
 
 ERMINIO, solo.
 
 ERMINIO
270Quanto è cara costei!
 Ma ne’ pensieri suoi quanto vaneggia.
 Luce degl’occhi miei,
 Mia bella Doralice,
 Quando fia, ch’io ti veggia
 
 SCENA XIII
 
 LEONORA, di Casa di Cornelia, e’l suddetto.
 
 LEONORA
275(Io più starne in riposo)
 ERMINIO
 (Ma non so che mi dice
 Un pensiero geloso)
 LEONORA
                                       (E non s’avanza
 L’opra del mio furore)
 ERMINIO
 (Che la mia lontananza
280Smorzasse in lei l’amore)
 LEONORA
 (Su Leonora, che fai?
 Si trovi l’infedele.)
 ERMINIO
                                     (Ah! non sia mai.)
 LEONORA
 (Si trovi ma chi è quello!)
 ERMINIO
 (Chi lo sa ma che miro!)
 LEONORA
285(O Destin! mio fratello!)
 ERMINIO
 (È Leonora, o deliro! Ah! sì, ch’è dessa!)
 Leonora; e come in Pisa!
 Resti fuor di te stessa!
 LEONORA
 (Or vi rimango uccisa.)
 ERMINIO
290Tu tremi! impallidisci! e qual misfatto
 Qui ti trasse? Rispondi.
 LEONORA
 (Ah! che dirò?)
 ERMINIO
                               Tu sospirosa in atto,
 Gemi, piangi, vacilli, e ti confondi?
 LEONORA
 (Il timor mi dia forza.
295Il periglio prudenza.) Erminio, amato,
 Il tuo stupore ammorza:
 L’infelice mio stato
 Chiede la morte: eccoti il ferro: svena (Cava uno stilo, per darlo ad Erminio.)
 Il credulo mio core;
300E sia la morte in pena
 Del fallo mio, del mio perduto onore.
 Svena in me la mia colpa
 ERMINIO
 Che dicesti? che sento!
 LEONORA
 Prendi; fammi morire,
305Né vaglia in mia discolpa il pentimento.
 Prendi
 ERMINIO
                Sogno, o son desto!
 LEONORA
 E se manca l’ardire
 Al braccio tuo; con questo;
 Tradita, disperata;
310Affretterò la mia dovuta sorte.
 ERMINIO
 Ah! Sorella malnata;
 A me quel ferro: eschi da me tua morte. (Le toglie lo stilo.)
 LEONORA
 Sì, m’uccidi, ecco il petto,
 Questo dell’ira tua lo scopo sia:
315Da te la morte aspetto.
 ERMINIO
 Mori indegna ma pria,
 De’ tuoi perversi errori
 Narra la serie infame.
 LEONORA
                                           Ascolta oh Dio!
 Fu Riccardo Albenori
320L’inimico crudel de l’onor mio.
 ERMINIO
 Riccardo!
 LEONORA
                     Sì, Riccardo.
 Ei, con fede di sposo,
 M’allettò lusinghiero;
 Ma poi empio, bugiardo,
325Infedele, sdegnoso,
 Si partì, mi lasciò, spietato, e fiero.
 ERMINIO
 Un Amico fé tanto!
 LEONORA
 Sì; e mesta, e vilipesa,
 Mi lasciò, lo spergiuro in preda al pianto.
330So, che qui venne: ardita
 Mi fa l’enorme offesa (e più l’amore.)
 E, delusa, e schernita,
 Lascio la vecchia Madre; e fra l’orrore
 De la Notte passata,
335Sieguo la furia mia,
 D’ira, e di sdegno (e più d’amore) armata.
 Non m’è ignota la via
 Da quando in Pisa teco venni: il piede,
 Stanca, qui fermo; e qui Donna pietosa
340Grato albergo mi diede.
 L’istoria dolorosa
 Già udisti de’ miei casi: a te s’aspetta
 Punir gl’errori miei:
 Tieni il ferro: ecco il sen; fanne vendetta. (S’inginocchia.)
 ERMINIO
345Sì, che degna ne sei;
 Ma perché non ritrovo,
 A tua strana pazzia, castigo eguale,
 La vendetta rimuovo;
 E la dono al tuo sesso infermo, e frale.
350Alzati.
 LEONORA
               Ah! fratel mio, (S’alza.)
 Accresce il mio rossor la tua bontade;
 E così rea son io,
 Ch’è doppia morte mia la tua pietade.
 ERMINIO
 T’accheta; e a tua ventura
355Ascrivi il mio venir. Quel mancatore
 L’avrò in Cittade; e sarà mia la cura,
 Che renda a te, che renda a me l’onore.
 LEONORA
 Sì, vanne.
 ERMINIO
                      Palesasti
 A costei che t’accolse, i casi tuoi?
 LEONORA
360No, ch’altro finsi.
 ERMINIO
                                  In ciò da saggia oprasti:
 Resta, ch’io vado. Il Ciel farà per noi.
 
    Fra sì torbida procella
 Che confonde la mia pace,
 La Ragion sarà mia Stella,
365La Giustizia il mio Nocchier.
    La Ragion d’offeso onore
 Fa, che audace
 Io senta il core!
 Rende ardito il mio pensier.
 
 SCENA XIV
 
 LEONORA, sola.
 
 LEONORA
370Fortuna troppo bella
 Mi piove Amor pietoso; e pur pavento,
 Che l’iniqua mia Stella
 Non fraponga sventure al mio contento.
 ,,Tra’l fratello, e l’ingrato,
375,,Temo, né so di che! Deh! cangia, o Amore
 ,,Il rigor del mio Fato:
 ,,Tu concedi al mio core il ben, che bramo:
 ,,M’offese, m’hà tradita,
 ,,Fu infedel, fu spergiuro; e pure io l’amo.
 
 SCENA XV
 
 DORALICE, che sta per precipitare da una rupe; e la suddetta.
 
 DORALICE
380(Cieli, datemi aita.)
 LEONORA
 (Qual Donna cader veggio
 Da quell’erta pendice!)
 DORALICE
 Soccorso
 LEONORA
                   A me le braccia.
 DORALICE
                                                  Ah! mia signora
 La mia vita vi deggio
 LEONORA
385Tu sei qui, Doralice!
 DORALICE
 Come in Pisa, Leonora?
 LEONORA
 (Fingiam. Qui si ritrova
 Il mio German, che da Livorno viene.
 So, che t’è caro.
 DORALICE
                               Oh Dio! che questa nuova
390Mi giunge infausta a raddoppiar mie pene.
 LEONORA
 Che stravaganza è questa!
 Ei t’amò, tu l’amasti.
 DORALICE
 È ver, ma (oh Dio!)
 Cangiò mia Sorte infesta
395Ne la sua lontananza, il mio desio.
 LEONORA
 E come?
 DORALICE
                   A nuovi amori
 M’indusse il mio Destin, per mio tormento
 Di Riccardo Albenori
 LEONORA
 Di Riccardo?
 DORALICE
                           Ah! crudele!
 LEONORA
                                                    (Aimè! che sento!)
 DORALICE
400Di Riccardo m’accesi
 LEONORA
 Sì parla e poi!
 DORALICE
                             Diemmi la fé di sposo;
 E al suo voler mi resi.
 LEONORA
 (Ahi! che tarlo geloso!)
 E come ti rendesti?
 DORALICE
                                       In una notte
405L’ingresso l’accordai.
 LEONORA
 (O speranze interrotte!)
 E che successe mai?
 Venne entrò lo godesti?
 DORALICE
                                              Io fui schernita.
 Non venne, ne’l godei.
410Mi burlò l’incostante.
 LEONORA
                                          (Io torno in vita.)
 DORALICE
 Onde da’ torti miei
 Mossa, qui venni a ritrovar l’indegno,
 L’ingrato, il menzogniero;
 Che da Lucca partì; colma di sdegno.
415Il già noto sentiero
 La notte m’occultò: l’erta Collina
 Errando presi; e trovo
 In te pronto riparo a mia ruina.
 LEONORA
 Interna doglia io provo
420Ne’ casi tuoi.
 DORALICE
                           Sì, compatir tu dei
 La grave pena mia.
 LEONORA
 Mi punge il cor (perché rival mi sei.)
 Ma tu, che pensi far?
 DORALICE
                                         L’Albergo è questo
 Di Cornelia mia zia.
 LEONORA
425(Or più confusa io resto!) Anch’io godendo
 Mi trovo i suoi favori.
 
 SCENA XVI
 
 CORNELIA, di Casa, e le suddette.
 
 CORNELIA
 (Dov’è andata scorrendo!)
 O eccola qui fuori.) o! che vegg’io
 Cara Nipote; e quando,
430Come, e perché venisti?
 DORALICE
                                               Il venir mio,
 Perché fu, poi saprete.
 CORNELIA
 Sola vai caminando.
 DORALICE
 No basta.
 CORNELIA
                     V’è alcun mal?
 DORALICE
                                                  No, non temete.
 LEONORA
 (Ah! che son mie le pene)
 CORNELIA
435Siete amiche?
 LEONORA
                             E ben care.
 CORNELIA
 Tua Madre come sta?
 DORALICE
                                          La lasciai bene.
 CORNELIA
 Ma tu stai scolorita!
 Tu mi fai sospettare!
 Ti veggo sbigottita,
440E non so di che temo!
 LEONORA
 (Ah! son mie le sventure!)
 DORALICE
 In casa parleremo.
 CORNELIA
 Sì bene: or ora io torno; entrate pure.
 DORALICE
 
 Spero
 
 LEONORA
 
               Temo
 
 DORALICE
 
445Speranza
 
 LEONORA
 
                     Timore
 
 DORALICE
 
 Nel petto
 
 LEONORA
 
                    Nel core
 
 A DUE
 
 Dicendo mi va.
 
 DORALICE
 
 Che lieta
 
 LEONORA
 
                    Che forte
 
 A DUE
 
 Mia sorte
450Sarà
 
 LEONORA
 
 Ma pure temendo
 
 DORALICE
 
 Ma pure sperando
 
 LEONORA
 
 Amor vo sentendo,
 Che speme mi dà.
 
 DORALICE
 
455Quest’Alma penando,
 Timore mi dà.
 
 SCENA XVII
 
 CORNELIA, sola.
 
 CORNELIA
 Chi sa, che mai sarà!
 Quell’altra spiega mozzo il suo dolore,
 E accresce il mio sospetto!
460Ma la curiosità cede all’amore.
 Il mio caro Vecchietto,
 È un pezzo, che no’l veggio
 
 SCENA XVIII
 
 FLAMINIO, e la suddetta.
 
 FLAMINIO
                                                   (O! qui è costei!)
 CORNELIA
 (E pure di vederlo hò gran desio.)
 O! qui sei tu?
 FLAMINIO
                            Colomba mia, qui sei?
 CORNELIA
465Qui son, dolciato mio:
 Caro Flaminiuccio.
 FLAMINIO
 Cor mio, fata mia bella,
 Vaguccia mia
 CORNELIA
                            Vaguccio,
 Mio tesoro.
 FLAMINIO
                        Mia vita. (Ah! non sei quella)
 CORNELIA
470M’ami tu, mi vuoi bene,
 Mia gioia inzuccherata?
 FLAMINIO
 Per te son tutto pene.
 CORNELIA
                                          Ed io mi moro.
 FLAMINIO
 (O mia Rosina amata.)
 CORNELIA
 E quando stringeremo
475Il bel nodo d’amore?
 FLAMINIO
 Ben presto lo faremo,
 Letizia del mio core. In Casa è giunto
 Riccardo, mio Nipote.
 CORNELIA
                                           E in casa mia,
 Pur è arrivata appunto
480La mia Nipote.
 FLAMINIO
                               E ben: partano pria;
 E poi son tutto tuo.
 CORNELIA
                                      Sì, mio diletto;
 Ma ricordati, in tanto,
 Che’l core di Cornelia hai tu nel petto.
 FLAMINIO
 Se tu sapessi quanto
485Fissa mi stai nel core; o mia bellina;
 Paga saresti (o cara mia Rosina.)
 CORNELIA
 
    Facciam presto, Amor mio bello,
 Amoroso mio giojello,
 Ch’io per te
490Aimè, aimè!
 Già mi sento spasimar.
    Tu mi sembri un garzoncino,
 Vezzosetto, gentilino,
 E mi sforzi a sospirar.
 
 SCENA XIX
 
 FLAMINIO, solo.
 
 FLAMINIO
495Io mi veggo imbrogliato!
 Mi trovo in questo maledetto impegno;
 E’l cor tutto impiagato,
 Per la bella Rosina, in petto io tegno.
 La Vecchia hà gran danari;
500Gran bellezze hà Rosina:
 Hà gl’occhi cari, cari;
 Ed è bella, vezzosa, e tenerina.
 Imbrogliato son io!
 Son in un brutto imbroglio!
 
 SCENA XX
 
 RICCARDO, di Casa di Flaminio, e’l suddetto.
 
 RICCARDO
505(Più non torna mio Zio;
 E l’impazienza mia si fa cordoglio.)
 FLAMINIO
 (Basta. Saprò che fare)
 RICCARDO
 A tempo. Impaziente
 Io veniva per voi.
 FLAMINIO
                                   Tu vuoi burlare!
 RICCARDO
510Hò fretta del danajo:
 FLAMINIO
                                         E ti par niente?
 Io t’hò detto, che ancor non hò riscosso
 Nulla da’ tuoi Poderi;
 E hò detto, che del mio darlo non posso.
 RICCARDO
 Questo favore io voglio.
 FLAMINIO
                                             In van lo speri.
515Io non so qual capriccio.
 D’onor, guerra, e valor, vai tu seguendo!
 Io, per me, no’l intendo!
 Vuoi porti in un impiccio
 RICCARDO
 Ogni consiglio è vano:
520Non mi muove ragione.
 Hò meco il Capitano
 FLAMINIO
 Oh! quel mi pare un bravo trappolone!
 RICCARDO
 Burlate voi! nel Mondo,
 Di coraggio, e valor non v’è l’eguale.
 FLAMINIO
525Siasi; ma ti rispondo,
 Che tu vai rintracciando il proprio male.
 RICCARDO
 Un genio bellicoso
 Mi vuole in campo, armato.
 FLAMINIO
 Sei troppo capriccioso:
530Pensaci meglio su.
 RICCARDO
                                     Ci hò ben pensato.
 FLAMINIO
 Or su, come tu vuoi:
 Farò quanto ti piace;
 Ma, intanto, pensa bene a’ fatti tuoi,
 Che sempre suol pentirsi il pertinace.
 
535   Tu tieni un bello
 Cervello
 D’oca!
 Sei pollastrone:
 Opri a casaccio;
540Fai un marrone,
 Credilo a me.
    Quel tuo bravaccio
 Giuoca
 D’inganni:
545Ei t’inzampogna,
 Vuole i tuoi danni:
 Vè, ch’è vergogna!
 Pensa per te.
 
 SCENA XXI
 
 RICCARDO, solo.
 
 RICCARDO
 Altro, che amor di guerra
550Mi stimola il desio.
 L’amor, che in me si serra,
 È un amor stravagante:
 L’amare, e’l non amar sta in poter mio.
 
 SCENA XXII
 
 DORALICE, di Casa di Cornelia; e’l suddetto.
 
 DORALICE
 (Dovrò, mesta, e penante
555Pianger la sorte mia!)
 RICCARDO
 (Che vegg’io! Doralice!
 Di Casa di sua Zia!)
 DORALICE
 (E cotanto infelice
 Esser deggio in amore!)
 RICCARDO
560(A le frodi, a gl’inganni.)
 DORALICE
 (Ne penso.) ah! disleale! ah traditore!
 Qui sei? spergiuro, indegno!
 RICCARDO
 A che tanto t’affanni?
 Da che nasce il tuo sdegno?
 DORALICE
                                                    E dirlo puoi?
565Nasce infedel, da’ mancamenti tuoi.
 RICCARDO
 E come! in che mancai?
 DORALICE
 Ah! falso, ah! lusinghiero!
 In che mancasti, dici! E tu no’l sai?
 RICCARDO
 Mancai: non venni, è vero;
570Ma come? non t’è noto
 Ciò, che m’accadde in quella notte, in cui
 A te venir dovea?
 DORALICE
 Tutto m’è ignoto.
 RICCARDO
                                  Ardita resistenza
 Feci a la Corte: e conosciuto io fui.
575Astretto a far partenza,
 Più giorni in una Villa hò trattenuto;
 E con gran rischio, or or, son qui venuto.
 L’impensato accidente,
 Bella, dei compatirlo.
 DORALICE
580Intesi solamente,
 Che in Pisa tu venisti.
 RICCARDO
                                           Io feci dirlo.
 DORALICE
 E te seguendo amante,
 Mesta, e sola qui venni.
 RICCARDO
                                              Ah! mia diletta,
 Rasserena il sembiante;
585E credi, che nel petto arde il mio core.
 Del più sincero, e del più fido amore.
 DORALICE
 Gioia dell’Alma mia,
 Delizia del mio cor; ma che faremo?
 RICCARDO
 Sta in Casa di tua Zia;
590Dolce mio ben; che poi discorreremo.
 DORALICE
 
    Sì, dolce diletto;
 Tu l’Alma smarrita
 Mi torni nel petto;
 Tu rendi la vita
595Al morto mio cor.
    Tu cangi in contento
 La pena, e’l tormento,
 In gioja il dolor.
 
 SCENA XXIII
 
 RICCARDO, solo.
 
 RICCARDO
 Quanto di gioja abbondo!
600Che incontro inaspettato!
 
 SCENA XXIV
 
 CAPITAN RODIMARTE, di Casa di Flaminio; e’l suddetto.
 
 CAPITANO
 E deggio più aspettar! puol fare il mondo!
 RICCARDO
 Amico, io son felice:
 Posso dirmi beato.
 CAPITANO
                                     E perché mai?
 RICCARDO
 Qui, venne Doralice;
605E qui potrò goderla.
 CAPITANO
                                       E come il sai?
 RICCARDO
 Qui l’hò parlato or ora:
 E appunto in quella Casa,
 Ch’è di sua Zia, dimora.
 CAPITANO
 Successi curiosi!
 RICCARDO
610La resi persuasa:
 Finsi, al solito mio, spasmi amorosi,
 Basta. La preda è mia;
 E poi ti dirò come.
 CAPITANO
                                     O bene! O bravo!
 Statevi in allegria:
615Poi la daremo a gambe, e ti son Schiavo.
 E i danari dal Zio?
 RICCARDO
                                     Pronti gli tiene.
 CAPITANO
 Questa è nuova eccellente: o bravo! o bene!
 RICCARDO
 
    È ben far come l’Ape:
 Da questo, e da quel fior,
620Succhiato c’hà l’umor,
 Poi l’abbandona.
    Se cape
 Nel mio petto
 Desio
625D’amor, d’affetto;
 Il core, a’ voler mio,
 Lo frena, e sprona.
 
 SCENA XXV
 
 CAPITAN RODIMARTE, solo.
 
 CAPITANO
 Il secondar l’umore,
 È la cosa più bella:
630È un arte, che assai rende, ed assai piace.
 Ma pur brama il mio core
 Trovar qualche Donzella,
 Spiritosa, e vivace,
 Per poterla ingannar
 
 SCENA XXVI
 
 ROSINA, di Casa di Cornelia, e’l suddetto.
 
 ROSINA
                                         (Tutto si tiene
635Di queste Donne in molta segretezza!)
 CAPITANO
 (Oh! eccon una! oh bene!)
 Portento di bellezza;
 Il portento degl’Armi, e degl’Amori;
 D’Amor, di vezzi armato;
640A te s’inchina, o bella Dea de’ cori.
 ROSINA
 Dond’è uscito costui?)
 Meco avete parlato?
 CAPITANO
 Bella in estremo, a cui
 Diero Natura, Amor, le Stelle, e’l Sole
645Quanto han di bel.
 ROSINA
                                     So, che burlar mi vuole!
 Piano, adagio un tantino;
 Ma pur con tutto questo,
 Per far la mia creanza, anch’io v’inchino.
 CAPITANO
 Or, che lieto m’appresto
650A goder nel tuo volto il mio solazzo;
 Tienlo per sommo onore.
 Chiamati fortunata.
 ROSINA
                                       (Uh! questi è pazzo!)
 Uom mio, tu prendi errore,
 Ch’io non son chi tu pensi.
 CAPITANO
                                                   Eh via! eh via!
655Avrai titoli immensi,
 Or, che sarai la favorita mia.
 ROSINA
 (Che sciocco!)
 CAPITANO
                             È il men mio vanto
 Poter farti Regina.
 ROSINA
 (Uh! che Babione!)
 CAPITANO
                                      E in tanto
660Il titolo ti do di Milordina.
 ROSINA
 È troppo al merto mio.
 (Mi ci voglio spassare.)
 CAPITANO
 Che dici? anzi poss’io
 Co’l mio valor profondo,
665Il Mondo conquistare;
 E dar l’Impero a te di tutto il Mondo.
 ROSINA
 (Uh! che pallon da vento!)
 Onor cotanto a misera Zitella?
 Io confusa mi sento!
 CAPITANO
670Puoi tutto meritar, perché sei bella.
 ROSINA
 Tu vuoi farmi arrossire!
 Io bella? in te vegg’io certa vaghezza
 Basta
 CAPITANO
              So, che vuoi dire.
 Il secondo mio vanto è la bellezza.
 
675   Quando ruoto feroce il mio brando
 In guerra
 Pugnando,
 Il Cielo, la Terra
 Si pone in scompiglio;
680Si colma d’orror;
 Ma se giro amoroso il bel ciglio,
 Al Mondo
 Diffondo
 Dolcezza, ed amor.
685   In me dunque del pari s’apprezza
 Valore, e bellezza,
 Bellezza, e valor.
 
 ROSINA
 Ah, ah, ah, che bel gusto!
 Ne sai più gaglioffone?
690Chiamarti dei; e ciò ti calza giusto;
 Pazzo, millantator, sciocco, e poltrone.
 CAPITANO
 So, che scherzar tu vuoi.
 Dove di me più degno; o bella mia;
 Che tuo marito sia, trovar tu puoi?
 ROSINA
695Marito ancor? o bene!
 Fratello, tu t’insogni!
 Vedi, se ciò conviene!
 Tu mio marito? e non te ne vergogni?
 
    Vedi tu, s’una Zitella,
700Gentilina,
 Vistosina,
 Graziosa, vaga, e bella,
 Può pigliar un gocciolone,
 Un babbione
705Come te!
    Vatti un po’ guardando addosso:
 C’hai di buono? c’hai di bello?
 Tu sei tutto
 Sconcio, e brutto:
710Di legname sei pur grosso:
 Sei poltron, non hai cervello;
 E ti, par, che fai per me!
 
 CAPITANO
 O quanto più m’alletti,
 Spiritosa così, così vivace!
715Quei modi bizzarretti
 Son al cor d’un Eroe fiamma vorace.
 ROSINA
 Tu sei tutto tristizia;
 Ed io, benché Ragazza,
 Hò pur la mia malizia.
720Tu pretendi uccellarmi? e che? son pazza!
 CAPITANO
 Dubitar d’un par mio!
 Rodimarte Bombarda in tal concetto!
 Se non sai, chi son io,
 Te’l dica pure il mio venusto aspetto.
 ROSINA
725(Non mi spiace l’umore.)
 Bombarda! uh! mi spaventi!
 Mamma mia, che terrore!
 Parti, va via di qua.
 CAPITANO
                                       No, bella, senti:
 Il nome spaventoso,
730Non accorda co’l cor tutto amoroso.
 ROSINA
 O ben.
 CAPITANO
                Tu mia bellina,
 Dimmi: come ti chiami?
 ROSINA
 Il mio nome è Rosina.
 CAPITANO
 Bel nome! e dimmi ancor
 ROSINA
                                                 Che più?
 CAPITANO
                                                                    Tu m’ami?
 ROSINA
735Tu sei troppo attrivito!
 È ben, ch’io me ne vada
 CAPITANO
 No, cor mio saporito
 ROSINA
 Addio, addio: non posso star più in strada.
 CAPITANO
 Ci vedrem?
 ROSINA
                         Dove stai?
 CAPITANO
740In Casa di Flaminio, ivi dimoro.
 ROSINA
 Ben spesso mi vedrai:
 Mia Casa è questa.
 CAPITANO
                                     Addio mio bel tesoro.
 Ferma, ferma. Oh! cospettaccio!
 ROSINA
 
 Che cos’è?
 
 CAPITANO
 
                       Scusi l’errore:
745Ecco il braccio
 
 ROSINA
 
                             Non vo’ questo.
 
 CAPITANO
 
 Goda pur di questo onore.
 Lei lo prenda
 
 ROSINA
 
                            Non è onesto.
 
 CAPITANO
 
 Lei si serva
 
 ROSINA
 
                        Via, Via:
 Tu sei troppo impertinente!
 
 CAPITANO
 
750E perché vezzosa mia?
 Vo’ servirla
 
 ROSINA
 
 Io non vo’ niente.
 
 CAPITANO
 
 Schiavo, dunque
 
 ROSINA
 
                                  Serva sua
 
 A DUE
 
 Io parto già.
 
 ROSINA
 
                          Ferma, ferma. Oh! cospettaccio!
 
 CAPITANO
 
755Che mio ben?
 
 ROSINA
 
                             Scusi l’errore:
 Ecco il braccio
 
 CAPITANO
 
                             Ah! tristarella!
 
 ROSINA
 
 Goda pur di questo onore.
 Lei lo prenda
 
 CAPITANO
 
                            O cara, o bella!
 
 ROSINA
 
 Lei si serva
 
 CAPITANO
 
                        O leggiadria,
760Che mi rubba il cor dal petto!
 
 ROSINA
 
 E perché vezzosa mia?
 Vo’ servirla
 
 CAPITANO
 
                        O mio diletto!
 
 ROSINA
 
 Bel balocco! ah, ah, ah, ah.
 
 CAPITANO
 
 Ah! furbetta! ah, ah, ah, ah.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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