Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Il trionfo dell'onore, Benevento, A spese dell'Appaldatore, 1718
 a cura di Francesco Cotticelli
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 ERMINIO solo.
 
 ERMINIO
1690O confusa mia mente!
 O aggitato mio core!
 L’ira, che si risente
 Fra l’onore, e l’amor, confonde amore!
 
 SCENA II
 
 LEONORA, e’l suddetto.
 
 LEONORA
 Fratello
 ERMINIO
                  Ah! questo nome
1695È il peggior de’ miei mali.
 LEONORA
                                                  È ver; ma senti:
 Sarem traditi.
 ERMINIO
                             E come?
 Quai sono i tradimenti?
 LEONORA
                                               A l’aria scura
 Fuggirà Doralice
 Con l’infame Riccardo.
 ERMINIO
                                            O mia sventura!
1700Traditor, traditrice!
 Ma tu come ciò sai?
 LEONORA
                                       L’intesi, ascosa,
 Mentre il disse a la Zia.
 ERMINIO
 O nuova tormentosa!
 Ah! indegno!...
 LEONORA
                              A me parria
 ERMINIO
                                                       Parer non voglio:
1705Giusto parer mi detta
 Sdegno, amor, gelosia: voglio vendetta;
 Dal sen l’alma li toglio:
 Già corro
 LEONORA
                     Ah! dove vai?
 ERMINIO
 Seguendo il mio furor.
 LEONORA
                                            Deh! ferma! ascolta.
1710Io l’onor ti macchiai.
 Fa, che meco sepolta
 Resti la macchia.
 ERMINIO
                                  No, che tanto il senso
 M’ingombra amor, che più a l’onor non penso.
 LEONORA
 Sazia gli sdegni tuoi.
1715Del sangue mio
 ERMINIO
                                Voglio il suo sangue.
 LEONORA
                                                                       Almeno,
 Se morto tu lo vuoi,
 Passa prima il mio seno, e sia mia sorte,
 Ch’io precorra sua morte.
 Deh! tu, che amante sei,
1720Pur tradito, e sprezzato,
 Pietade aver tu dei
 ERMINIO
 Non intende ragioni un disperato.
 
    Chi vuol tormi la Bella, ch’adoro,
 L’Amato
1725Tesoro,
 Trucidato
 Al mio piede cadrà.
    Ira insana, rabbioso furore,
 Nel petto, nel Core,
1730Amor mi darà.
 
 SCENA III
 
 LEONORA, sola.
 
 LEONORA
 Numi Eterni, e poss’io
 Soffrir pene sì dure?
 Deh! fate, per pietà, che’l morir mio
 Tronchi le mie sventure.
1735O Dio! che fo? che spero?
 Il Zio del traditor più non comparve,
 E per mio duol più fiero,
 Son le speranze mie, fantasmi, e larve.
 Sì; per non più penare
1740Avrò pronta la via dal duolo oppressa,
 Saprò, che fare: ucciderò me stessa.
 
    Ne vuoi più mia fiera sorte:
 A te piace
 Che la morte
1745Doni pace
 Al mio tormento;
 Già ti sento:
 Io morirò.
    Di mia man trafitta, esangue;
1750Nel mio sangue,
 Le mie pene estinguerò. (Se n’entra, ed alla voce di Riccardo torna ad uscire.)
 
 SCENA IV
 
 RICCARDO, e suddetta.
 
 RICCARDO
 (Quanto son pigre l’ore;
 O Notte, e quando riedi?)
 LEONORA
 (Qui l’infido!) Riccardo.
 RICCARDO
                                               E ben, che chiedi?
 LEONORA
1755Non ti parlo d’amore,
 Né men de’ torti miei, de’ falli tuoi:
 Ma d’amor un bel segno
 Odi ne’ detti miei.
 RICCARDO
                                     Che dir tu puoi?
 LEONORA
 Arde Erminio di sdegno,
1760E a svenarti s’appresta.
 RICCARDO
 Svenarmi?
 LEONORA
                        Sì, che intese,
 Che dei fuggir con Doralice, e questa
 Più d’ogn’altra cagione, aspro lo rese.
 RICCARDO
 (Che sento!)
 LEONORA
                          Ah! se t’è caro,
1765Che il tuo male per me, morte non sia,
 Cauto attendi al riparo:
 Salva la vita tua, ch’è vita mia.
 Sì, ch’è mia vita
 RICCARDO
 O quanto sai tu ben inventare!
 LEONORA
1770Io non invento:
 Te l’attesti il mio pianto,
 Figlio del mio dolor, che per te sento.
 RICCARDO
 Per me lo versi in vano:
 Risparmiarlo tu puoi.
 LEONORA
                                          E questo ancora,
1775Dispietato, inumano?
 
 SCENA V
 
 DORALICE, e li suddetti.
 
 DORALICE
 (Riccardo con Leonora!)
 RICCARDO
 Ho l’Alma in petto
 A temer non avvezza
 Che miro! o mio diletto.
 DORALICE
1780Bella gioja d’Amore.
 ,,Mia gradita bellezza.
 LEONORA
                                           Empio, che sei,
 Crudo, barbaro Core,
 Anche su gl’occhi miei tanta arroganza?
 Ma senti, ingrato, indegno:
1785Senti: la mia speranza
 L’avrò nel Ciel: sarà del Ciel l’impegno.
 
    Spero, crudel,
 Chi sà?
 Dal Ciel
1790Quella pietà,
 Che tu non hai per me.
    Sa il Cielo fulminar,
 Per far
 Tremendo scempio
1795D’un empio
 Come te.
 
 SCENA VI
 
 RICCARDO, e DORALICE.
 
 DORALICE
 Troppo ardente si mira,
 Troppo ardita favella
 E insospettir mi fa.
 RICCARDO
                                      T’inganni, o Bella:
1800Che dici? ella delira:
 Son sogni i detti suoi;
 Ma tu m’offendi, o Cara,
 Se infedel, mancator creder mi puoi.
 DORALICE
 Ah! no, che troppo chiara
1805Splende la fede in te.
 RICCARDO
                                         Sì, mia vezzosa;
 Più chiara la vedrai
 Quando sarai mia sposa.
 DORALICE
                                                E quando, o Dio!
 Quando sarà quell’ora?
 RICCARDO
 Fra breve, Idolo mio; ma tu non sai
1810C’hà saputo Leonora
 Di nostra fuga?
 DORALICE
                               E come?
 RICCARDO
                                                 È mio pensiero,
 Che sia sospetto: espose
 Saperlo Erminio, e che, geloso, e fiero!
 Minacci far gran cose.
 DORALICE
                                           Aimè! che sento!
 RICCARDO
1815Eh! discaccia il timore,
 Ch’è cura mia di sostener l’intento.
 DORALICE
 Sì, vita del mio Core,
 Fa, che felice io sia!
 RICCARDO
                                       Va mia Diletta:
 Statti pur lieta; e’l mio venir aspetta.
 DORALICE
 
1820   Sì, t’aspetto:
 Vieni o Caro;
 E mi reca quel diletto,
 Che sospira questo Cor.
    Fa tu dolce quell’amaro,
1825Che per te mi diede Amor.
 
 SCENA VII
 
 RICCARDO, solo.
 
 RICCARDO
 Del Fato, e de la sorte,
 Temer non potrò mai l’aspetto irato:
 D’un Alma ardita, e forte,
 Seconda il bel desio la sorte, e’l Fato.
 
 SCENA VIII
 
 CAPITAN RODIMARTE, e’l Suddetto.
 
 CAPITANO
1830O! che pur ti ritrovo!
 Che si tratta: che fai?
 Abbiam cosa di nuovo?
 RICCARDO
 Con Leonora parlai,
 Che sfogò meco il solito dispetto.
 CAPITANO
1835Questo non vuol dir niente.
 RICCARDO
 Ma del nostro fuggire
 Si mostrò intesa.
 CAPITANO
                                  Il crederei sospetto.
 RICCARDO
 Appunto; e audace, e ardente,
 Disse, che vanti Erminio, e sdegni, ed ire.
 CAPITANO
1840Ah, ah, un occhio solo,
 Ch’io sdegnato avvicini,
 Basta mandare a volo,
 Scherzi del Vento, cento mila Ermini.
 Già la stizza mi viene:
1845Straggi, e ruine io bramo.
 RICCARDO
 So il tuo valor qual sia.
 CAPITANO
 È pronta Doralice?
 RICCARDO
                                     È pronta.
 CAPITANO
                                                         O bene.
 Già i danari l’abbiamo:
 Lascia, che facci anch’io la preda mia;
1850E poi, lieti, e ridenti,
 Ce n’andremo a goder dolci contenti.
 RICCARDO
 
    Già parmi, che lieto,
 Con dolce lusinga,
 L’abbracci, la stringa.
1855Nel petto,
 Nel Cor.
    Aspetto,
 Inquieto,
 Che lode
1860La frode
 M’aggiunga in amor.
 
 SCENA IX
 
 CAPITAN RODIMARTE, solo.
 
 CAPITANO
 Io la do per sicura:
 Credo, che non mi manchi.
 
 SCENA X
 
 ROSINA, di Casa di Cornelia; e’l suddetto.
 
 ROSINA
 (Questa è troppo sventura!
1865Aver degg’io sempre una furia.
 CAPITANO
 (Bella sorte! già viene!) (a fianchi!)
 ROSINA
 (Io già finirla voglio.)
 CAPITANO
 Dolcissimo mio Bene
 Cos’hai? mostri nel volto un gran cordoglio!
 ROSINA
1870Più di me sventurata,
 Non può darsi nessuna.
 CAPITANO
 Ma se troppo ostinata,
 Tiri di calci a la tua gran fortuna!
 ROSINA
 Più non si può soffrire.
 CAPITANO
1875Pur con la tua Padrona?
 ROSINA
 Scura me!
 CAPITANO
                      Ma se tu non vuoi venire
 A Dameggiar!
 ROSINA
                             Mi suona, e non mi suona:
 CAPITANO
 Puoi sdegnar le ricchezze,
 Gl’agi, gl’onori, i fasti,
1880Le pompe, le grandezze?
 ROSINA
 Tu non mi fai dubitar
 CAPITANO
                                           Non più contrasti.
 Risolvi; e ti consola,
 Che tu sarai felice, in gioja, e in festa;
 Anzi non verrai sola:
1885Verrà pur Doralice
 ROSINA
 Nipote a la Padrona?
 CAPITANO
                                         Appunto questa.
 ROSINA
 Con chi? che dici? e come far lo puote?
 CAPITANO
 È ella amante amata
 D’un, ch’è mio Camerata.
 ROSINA
1890E chi è questi?
 CAPITANO
                              È il Nipote
 Di Flaminio, quel Vecchio; e già fra loro
 Stanno in appuntamento;
 E così, mio tesoro,
 Tu ancor potrai venire.
 ROSINA
1895Sempre, che sia così, me ne contento:
 Quando avremo a partire?
 CAPITANO
 Da l’altra porta, in farsi l’Aria oscura.
 ROSINA
 Questo mi dà sospetto!
 Partir ascosi!
 CAPITANO
                           Eh! non aver paura:
1900Non starne più sospesa:
 Basti quanto t’hò detto.
 Tu là ti troverai,
 Senza mostrarti intesa;
 E legati vedrai,
1905Con catene amorose,
 Due vaghi sposi, a due leggiadre spose.
 Verrai?
 ROSINA
                  Verrò contenta
 CAPITANO
 O muso saporito!
 ROSINA
 Sposa? marito? È forza, ch’io consenta.
 
1910   Il farsi sposa,
 L’aver marito,
 È bella,
 Cosa;
 È un appetito,
1915Ch’ogni Zitella
 Fa spasimar.
    O belle, o brutte,
 Lo voglion tutte,
 Che si può far?
 
 CAPITANO
1920Tu m’empi di dolcezza;
 O bella, o graziosa! in te s’ammira
 Un composto di grazia, e di bellezza.
 ROSINA
 Veggo, che da te spira
 Bella, ridente, e chiara
 CAPITANO
1925Che, mia vita, mio ben?
 
 SCENA XI
 
 FLAMINIO, e suddetti.
 
 FLAMINIO
                                               (Pur qui costui!)
 ROSINA
 Via mo’, che mi vergogno!
 CAPITANO
                                                  O gioja, o Cara!
 Or su, fa quanto dissi.
 FLAMINIO
 Tu, che vuoi da colui?
 Che son fra voi cotesti pissi, pissi?
 ROSINA
1930Voi da noi che volete?
 CAPITANO
 Di nuovo questa noja?
 FLAMINIO
 Ah! schiuma de’ ribaldi
 ROSINA
 Troppo importuno siete!
 FLAMINIO
 Brutta ciera di Boja
 CAPITANO
1935Eh! non far, ch’io mi scaldi.
 FLAMINIO
 Poltron; mi sei ben noto.
 ROSINA
 Ma questa l’è pur bella!
 FLAMINIO
 Taci là, rubaldella.
 CAPITANO
 Vedi, che non è più l’ora del voto.
 FLAMINIO
1940Che voto? Bestione.
 
 SCENA XII
 
 CORNELIA, di Casa, e li suddetti.
 
 CORNELIA
 (O! sentiam questa tresca!)
 CAPITANO
                                                     Eh! vanne via.
 FLAMINIO
 Senti qua, mascalzone
 CAPITANO
 E ne men ve n’andate?
 FLAMINIO
 Cotesta è cosa mia
 CORNELIA
1945Cotesta è cosa sua, non la toccate.
 ROSINA
 (Povera me!)
 FLAMINIO
                            Che’l fistolo ti roda.
 Tu, che vuoi?
 CORNELIA
                            Uh! porcaccio,
 Nutrito ne la broda! (lo contrafà.)
 Cotesta è cosa mia. Brutto Vecchiaccio.
 FLAMINIO
1950Cornelia; tu m’appletti.
 CAPITANO
 Hà ragion la Signora.
 FLAMINIO
 In dozzina ti metti? (Al Capitano.)
 Non taci in tua malora?
 CORNELIA
 Infame! non ti suona?
 CAPITANO
1955Eh! che ci posso fare?
 Rispetto questa nobile Matrona.
 FLAMINIO
 Ah! Birbon
 CORNELIA
                        Uh! vedete il mio bravazzo,
 Che si vuole impegnare!
 ROSINA
 (O sventurata me!)
 CORNELIA
                                      Puh! Vecchio pazzo!
1960E tu, mia Signorina
 FLAMINIO
 Da quella, che pretendi?
 CAPITANO
                                               Ella non colpa.
 ROSINA
 C’hò fatto io poverina?
 CORNELIA
 Non sempre gioverà questa discolpa.
 ROSINA
 Ma io
 CORNELIA
              Tacer non vuoi?
 FLAMINIO
1965Va, c’hai da far con me. (al Capitano.)
 CAPITANO
                                              Che far mi puoi?
 CORNELIA - FLAMINIO
 
 Pensa ben (Cornelia a Rosina. Flaminio al Capitano.)
 
 ROSINA
 
                       C’hò da pensare?
 
 CAPITANO
 
 Che vuoi fare?
 
 CORNELIA - FLAMINIO
 
 Che s’io t’hò le mani addosso
 
 CORNELIA
 
 Io ti pesto (a Rosina.)
 
 FLAMINIO
 
                       Io ti dissosso (a Capitano.)
 
 CAPITANO
 
1970A me questo? (a Flaminio.)
 
 ROSINA
 
                             Ajuto, ajuto.
 
 FLAMINIO
 
 Ah! vecchiaccia arrabbiatona! (a Cornelia.)
 
 CORNELIA
 
 Di squartarti hò risoluto (a Rosina.)
 
 CAPITANO
 
 Piano un poco mia Padrona (a Cornelia.)
 
 ROSINA
 
 C’hò mai fatto io poverella?
 
 FLAMINIO
 
1975Che vergogna!
 
 CORNELIA
 
                              O il mio gajetto
 Che difende la sua Bella?
 
 CAPITANO
 
 Via: finite.
 
 CORNELIA - FLAMINIO
 
                       A tuo dispetto
 
 CORNELIA
 
 Io la voglio stroppiar.
 
 FLAMINIO
 
 Mia mogliera io l’hò da far.
 
 ROSINA - CAPITANO
 
1980Stiamo pronti per scappar. (fra di loro nascosti.)
 
 CORNELIA
 
 O’l vecchion con la Ragazza!
 
 FLAMINIO
 
 Ve’ la pazza!
 
 CAPITANO
 
                          Dice bene.
 
 FLAMINIO
 
 E non taci frappatore?
 
 ROSINA
 
 Troppo pene
1985Voi mi date. (a Cornelia.)
 
 CAPITANO
 
 A un par mio con le bravate? (a Flaminio.)
 
 CORNELIA - FLAMINIO
 
 Tu vedrai cosa maggiore. (Cornelia a Rosina. Flaminio al Capitano.)
 
 CORNELIA
 
 Se modesta non vuoi star. (a Rosina.)
 
 FLAMINIO
 
 Se un po’ più mi fai stizzar. (al Capitano.)
 
 ROSINA
 
1990Questa è cosa da crepar. (a Cornelia.)
 
 CAPITANO
 
 Bene, ben l’hai da pagar. (a Flaminio.)
 
 SCENA XIII
 
 Si sente di dentro battimento di spade. Esce RICCARDO, ferito, ed inseguito da ERMINIO, e cade Riccardo.
 
 RICCARDO
 Troppo resisti ardito. (di dentro.)
 ERMINIO
 Infame tu morrai. (di dentro.)
 RICCARDO
 Non più, ch’io son ferito. (esce fuori, e cade.)
 ERMINIO
1995No, che morto ti voglio. (va per ferirlo.)
 
 SCENA XIV
 
 LEONORA, e’ suddetti.
 
 LEONORA
                                              Oh Dio! che fai? (trattiene Erminio.)
 Svena prima il mio Core.
 ERMINIO
 A la vendetta attendo:
 Mora da traditore.
 RICCARDO
 (O Ciel t’intendo!)
 ERMINIO
                                     Lasciami
 
 SCENA XV
 
 DORALICE, e’ suddetti.
 
 DORALICE
                                                        Aimè! che veggio
2000Riccardo mio deh ferma.
 ERMINIO
                                                Al sangue anelo:
 Tu m’irriti a far peggio. (a Doralice.)
 DORALICE
 Deh! ferma
 LEONORA
                         O Dio! non più
 RICCARDO
                                                       (T’intendo, o Cielo!)
 ERMINIO
 Lasciatemi
 
 SCENA ULTIMA
 
 FLAMINIO, CORNELIA, CAPITAN RODIMARTE, ROSINA, e’ suddetti.
 
 FLAMINIO
                        Ch’è questo?
 CAPITANO
 Spade nude, ch’è stato?
 CORNELIA
2005Che rumore è cotesto?
 ROSINA
 Un Giovane ferito! uh! che peccato!
 FLAMINIO
 Come Riccardo mio (ad Erminio.)
 Tu il feristi inumano?
 ERMINIO
 Il feritor son io
 RICCARDO
2010No, che armò la sua mano
 La giustizia del Ciel: tutto si deve
 A i gravi falli miei; ed è mia sorte,
 Che la piaga sia lieve,
 Quando mia giusta pena era la morte.
2015Leonora; un mancatore,
 Senz’amor, senza fede,
 Che ti rapì l’onore,
 Pentito a piedi tuoi, perdon ti chiede.
 LEONORA
 Che sento! o me felice!
 RICCARDO
2020Sì, perdonami, o Cara:
 Caro Cognato mio, perdon ti chieggio.
 Perdona, o Doralice,
 Se t’ingannai, bugiardo; ed or, che chiara
 La mia gran colpa io veggio,
2025Pentito, o Bella, a miei doveri attendo:
 Accoglimi pietosa,
 Or, che l’onor ti rendo; e sei mia sposa.
 
    Ricevi il mio Core,
 Non più mancatore,
2030Ma fido, ma schietto,
 Ardente d’affetto,
 Acceso d’amor.
    E sempre vedrai,
 Che, sola, sarai
2035Il Cor del mio Cor.
 
 LEONORA
 Riccardo amato, o quanto
 Per te ah! che la voce
 Soffoca in me di tenerezza il pianto.
 FLAMINIO
 O quanto è ver, che’l mal non sempre nuoce!
 DORALICE
2040Che stupori son questi!
 CORNELIA
 Io divengo di gelo!
 ERMINIO
 Doralice, intendesti?
 DORALICE
 È ver!
 ROSINA
               Che intesi mai!
 CAPITANO
 Sei giusto, o Cielo?
 DORALICE
2045T’offesi, Erminio, è vero;
 Ma tu dei compatir.
 ERMINIO
                                       Bella, vedrai
 De l’amor mio sincero
 Qual sia la forza, e sposa mia sarai.
 DORALICE
 Caro mio.
 ERMINIO
                      Mia gradita.
 RICCARDO
2050Adorato mio ben.
 LEONORA
                                   Dolce mia vita.
 RICCARDO
 O quanto goderemo.
 ERMINIO
 Quanto lieto mi chiamo.
 RICCARDO
 E a celebrar le nozze in Lucca andremo.
 FLAMINIO
 Cornelia, che facciamo?
 CORNELIA
2055E a questo pensi ancora
 Tu, che m’hai data tanta gelosia?
 CAPITANO
 Non dubiti, Signora,
 Che questa sarà mia.
 CORNELIA
 Lo vuoi?
 ROSINA
                   Lo voglio.
 CORNELIA
                                       O ben: ora t’accetto.
2060È cessato il cordoglio.
 FLAMINIO
 O Pupa del mio Cor.
 CORNELIA
                                        Cor del mio petto.
 CAPITANO
 A noi: la mano, o Bella.
 ROSINA
 O che gusto, che sento.
 CAPITANO
 O mia splendida Stella.
2065Tu sei la gioja mia.
 ROSINA
 Tu il mio contento.
 FLAMINIO
 Del Ciel sommo valore!
 Il giusto vinse: e trionfò l’ONORE.
 TUTTI
 
 Applaudiam con lieto grido,
2070Al Trionfo dell’Onor.
 Sempre un cor, costante, e fido,
 Gode, e giubila in amor.
 
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

Valid XHTML 1.0 Transitional